Elisabetta Gregoraci inizia questa conversazione definendosi “una mamma amica”, anche se si corregge subito sostenendo di essere anche «severa ed esigente con il figlio Nathan Falco», che ha il cognome ingombrante del padre, Briatore, e che a 14 anni è già una piccola stella di Instagram, dove conta quasi 220 mila follower. Ora studia in un prestigioso collegio svizzero, ma mamma e papà continuano a tenerlo sott’occhio, anche se con discrezione.
«Sono preoccupata non solo da quello che succede sui social network o su internet, ma in generale un po’ per tutto. Viviamo in un periodo storico difficile, dove accadono tante cose non belle e c’è decisamente meno controllo rispetto a quando ero io un’adolescente. Per me, però, resta fondamentale trasmettere a mio figlio i valori e le tradizioni con cui sono cresciuta, nonostante il mondo che vive sia completamente diverso rispetto a quello che ho vissuto io alla sua età in Calabria. Voglio mantenere saldi gli insegnamenti che ho ricevuto, come l’importanza della sincerità, dell’onestà e della solidarietà, qualità che ho imparato dalla mia famiglia».
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Elisabetta Gregoraci, che tipo di mamma è? Una che cerca di controllare qualsiasi cosa, ad esempio chiedendo il cellulare al figlio?
«Direi di no. Preferisco dare fiducia, anche se un po’ di vigilanza non fa mai male. Non sono esagerata, ma nemmeno troppo permissiva: so che è una battaglia persa, eppure ogni tanto cerco di guardargli il cellulare. I ragazzi sono molto più abili di noi. Lui, ad esempio, cambia il codice di accesso allo smartphone ogni dieci minuti. Impedire di vivere il loro tempo è fatica sprecata e non è neanche giusto, non si può farli crescere fuori dal mondo contemporaneo. Lui, tra l’altro, è seguito da tante persone, ma per fortuna non è ossessionato dai social. Posta poco, giusto qualche foto assolutamente normale, e utilizza Instagram con moderazione».
Insomma, preferisce la strada del dialogo e della fiducia.
«Sì, credo che parlare e confrontarsi sia fondamentale. Cerco di costruire un rapporto alla pari, anche se sono molto severa su alcune regole che considero basilari. Penso che fino a quando Nathan si meriterà la mia fiducia, continuerò a dargliela. Sono convinta che criticare tutto quello che fanno non sia un atteggiamento costruttivo: ogni generazione ha usi e costumi differenti dalle precedenti, e non ci sono solo il bianco e il nero, il giusto e sbagliato, ci sono le sfumature. Nonostante oggi siamo spesso distratti dalla tecnologia, per me è essenziale che comprenda e apprezzi le tradizioni, come ad esempio il valore della famiglia unita e del supporto reciproco, che vanno oltre la semplice osservanza delle regole. Siamo una famiglia molto legata, in cui ogni componente si prende cura degli altri e dove viene dato valore al tempo trascorso insieme, oltre che al dialogo aperto su qualsiasi argomento».
La differenza tra voi, rispetto alle persone comuni, è che anche lei è molto seguita su Instagram, con due milioni di follower. Utilizza spesso i social davanti a lui?
«Lo uso soprattutto per il mio lavoro, per avere un contatto diretto con il pubblico, ma non ci passo tanto tempo durante il giorno. Quando mio figlio ha bisogno di me, Instagram può decisamente aspettare».
Molti psicologi sostengono che rimproverare i figli su come usano il telefono e i social network porti solo a farli agire di nascosto.
«Concordo pienamente. Ecco perché condivido molto con lui. Più so, meglio è per entrambi, ma lascio che sia lui a confidarsi con me, preferisco non fare domande».
I ragazzi, però, hanno accesso a contenuti anche molto espliciti. Ai nostri tempi non era così facile…
«Sì, e questo è l’aspetto che mi preoccupa maggiormente. Ormai è difficile controllare immagini violente o contenuti forti, e anche l’accesso così semplice ai filmati pornografici può rappresentare un problema. Per questo è importante parlare e spiegare le cose. Io cerco di avere un dialogo aperto su tutto, anche sulla sessualità. Non gli dico «questo no, quello no». Parlando, si possono trovare compromessi. È importante spiegare che le relazioni e l’amore sono altro rispetto a quello che si vede su quei video. Sono film, quindi è fiction».
Suo figlio Nathan in questi anni studia in Svizzera, mentre lei è spesso in viaggio per lavoro. Come riesce ad alimentare e a mantenere forte il vostro legame?
«Anche quando non ci sono io, c’è sempre il papà o una persona di fiducia. Abbiamo trovato un’organizzazione e un equilibrio che funziona: Nathan è sempre stato con noi quando era più piccolo, poi con la scuola le cose sono ovviamente cambiate, ma non è mai solo e lui sa che mi impegno perché questo non accada».
Spesso ci si concentra su quello che una madre può insegnare a un figlio, ma vale anche il contrario. Lei come è cambiata grazie all’esperienza della maternità?
«Essere madre significa crescere rapidamente. Questi anni sono stati un lungo viaggio, in cui io sono diventata più attenta a ciò che mi circonda. Anche le mie scelte professionali sono una diretta conseguenza. Non sono mai stata una che sgomita: ho sempre scelto con cura i lavori che ho accettato di fare e li ho amati, ma dopo molti anni in cui ho condotto con successo programmi comici o musicali, ora mi sento pronta per una trasmissione dove le emozioni siano le vere protagoniste: penso a un programma mio in cui si possa ragionare di sentimenti».
L’8 febbraio compirà 45 anni. È in ottima forma: qual è il suo segreto?
«La verità è che gran parte è fortuna, quindi genetica. Non sono ossessionata dall’attività fisica, né dalle diete. Fino a qualche tempo fa mi allenavo due volte a settimana con un personal trainer, che ora allena i tennisti a Montecarlo. In questo periodo mi limito a un po’ di addominali e di ginnastica da sola a casa.
Non amo neanche la chirurgia e la medicina estetica, cerco di mantenermi al meglio e mi piace molto camminare e passare del tempo all’aria aperta che sicuramente aiuta».