Benessere

Nostalgia: perché fa bene ricordare il Natale passato

Tra profumi, canzoni e tradizioni, questo periodo dell'anno è un'occasione per rivivere ricordi che danno significato e valore al presente

Il profumo dei piatti tradizionali che ricordano l’infanzia, le canzoni natalizie, i vecchi film che rievocano l’atmosfera delle festività passate, le tradizioni familiari, tornare a casa dopo tanto tempo quando si vive lontano: durante le feste, sono molte le cose che possono farci sentire particolarmente nostalgici. Il Natale è uno dei periodi dell’anno in cui la nostalgia può emergere con maggiore intensità, ma non necessariamente è qualcosa di negativo. Infatti, questa emozione può aiutarci a riconnetterci con noi stessi e con le persone che amiamo.

Cosa significa provare nostalgia

La nostalgia è definita come uno «stato d’animo corrispondente al desiderio pungente o al rimpianto malinconico di quanto è trascorso o lontano». Il termine è composto dalle parole greche nostos, che significa “ritorno a casa”, e algos che significa “dolore”.

Gruppo San Donato

Fu il laureando in medicina Johannes Hofer a coniare questa parola alla fine del Seicento, per descrivere una condizione patologica riscontrata nei soldati svizzeri che combattevano lontano da casa, associata a sintomi fisici e psicologici. Oggi, la nostalgia è considerata un’emozione ambivalente che, pur essendo spesso legata alla malinconia o alla perdita, ha anche degli effetti positivi.

Nostalgia a Natale: quella strana emozione tra felicità e tristezza

A Natale, può sembrare che tutti intorno a noi siano sempre felici e desiderosi di festeggiare. Ma, in realtà, sentirsi felici e tristi allo stesso tempo in questo periodo è normale e più comune di quanto si potrebbe pensare. La nostra capacità di provare emozioni ambivalenti, come quando ci sentiamo nostalgici, fa parte della complessità dell’essere umani.

Le tradizioni natalizie, come decorare l’albero o preparare ricette tramandate in famiglia, sono profondamente legate alla casa e al senso di appartenenza e possono stimolare riflessioni sul nostro percorso di vita. Anche i sensi giocano un ruolo fondamentale: i suoni, gli odori e i sapori hanno il potere evocativo di risvegliare ricordi che ormai credevamo perduti. Possono renderci sia tristi per le mancanze o le persone che non ci sono più, sia felici per i bei momenti vissuti. Così, la nostalgia a Natale può farci sperimentare emozioni contrastanti, ma capaci di coesistere, come felicità e tristezza.

Gli effetti benefici della nostalgia

La nostalgia è stata oggetto di studi scientifici che ne evidenziano il potenziale per favorire il benessere psicologico, suggerendo che si tratti di un’emozione prevalentemente positiva. Secondo alcune ricerche, la nostalgia può alleviare il senso di solitudine, rafforzare i legami emotivi e la connessione sociale. Inoltre, può rinforzare l’attribuzione di senso alla vita e promuovere la continuità del sé, ossia il senso di connessione tra il sé passato, presente e futuro.

Nostalgia a Natale: come trasformarla in una risorsa positiva

Per trarre beneficio dalla nostalgia, soprattutto in momenti come il Natale, è utile accoglierla come un’opportunità per riflettere sul proprio percorso, senza rimanere intrappolati in un passato idealizzato. Come riporta l’American Psychological Association, provare un’eccessiva nostalgia può portare le persone a diventare infelici e meno propense a impegnarsi pienamente sul presente.

Invece, lo psicologo sociale Clay Routledge, PhD, vicepresidente della ricerca e direttore dell’Human Flourishing Lab, suggerisce di guardare al passato per capire come rendere il futuro ancora migliore. Accogliere la nostalgia come una guida, anziché come un’ancora, e dare spazio a nuove esperienze che genereranno ricordi da custodire, ci consente di vivere appieno il Natale e tutto ciò che il futuro ha in serbo per noi.

Leggi anche…

Mostra di più

Aurora Pianigiani

Collabora con OK Salute e Benessere e si occupa di comunicazione in ambito medico-scientifico e ambientale. Laureata in Giurisprudenza all’Università degli Studi di Firenze, si è formata nel settore dei media digitali e del giornalismo. Ha conseguito il Master in Comunicazione della Scienza e della Salute presso l’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano e contestualmente ha scritto articoli per testate giornalistiche che svolgono attività di fact-checking.
Pulsante per tornare all'inizio