Orari serrati, spostamenti lunghi e differenze di fuso orario: le trasferte di lavoro possono facilmente trasformarsi in una fonte di stress. Un recente sondaggio condotto tra viaggiatori d’affari nordamericani ha evidenziato che per molti di loro i viaggi di lavoro hanno un impatto negativo sulla salute mentale, generando ansia e stress. Tuttavia, le trasferte possono anche rappresentare un’occasione di arricchimento, sia professionale che personale.
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Trasferte di lavoro: 4 consigli per viverle in modo positivo
Per aiutare i lavoratori e i professionisti ad affrontare i momenti di difficoltà o tensione durante gli incarichi fuori sede, Aries Group, gruppo alberghiero indipendente italiano attivo nelle principali città d’arte e di business in Italia, propone una guida con quattro consigli dello psicologo Davide Boifava per alleviare la tensione e vivere le trasferte di lavoro con uno spirito più positivo e consapevole.
Riscoprire la solitudine come spazio di crescita
Sebbene sia spesso percepita come un momento di isolamento, la solitudine può rappresentare un’opportunità di crescita interiore. Secondo il pediatra e psicoanalista inglese Donald Winnicott, la capacità di stare da soli costituisce una tappa fondamentale dello sviluppo emotivo poiché permette di entrare in contatto profondo con il proprio sé. Durante i viaggi di lavoro, lontani da distrazioni e legami quotidiani, si consiglia quindi di accogliere la solitudine come uno spazio di introspezione e scoperta personale.
Utilizzare il paesaggio per elaborare le emozioni
Quando le persone si trovano in luoghi nuovi, il paesaggio può diventare un “holding ambientale”, un contesto che sostiene e riflette lo stato d’animo. Guardare ciò che ci circonda, osservare paesaggi, urbani o naturali, può aiutare ad elaborare meglio le emozioni che si stanno vivendo. Trasformare questa osservazione in una pratica quotidiana durante le trasferte lavorative permette di connettersi tanto con l’esterno quanto con il proprio mondo interiore.
Considerare il viaggio come metafora del “viaggio interiore”
Sigmund Freud paragonava il processo psicoanalitico all’osservazione in treno del paesaggio fuori dal finestrino. Durante le trasferte è possibile applicare questo principio concedendosi del tempo per osservare lo scorrere del flusso dei pensieri, senza giudicarli o “censurarli”.
Trasformare la frustrazione come opportunità di scoperta di sé
La distanza dalla propria routine può non solo generare frustrazione e preoccupazioni, ma anche stimolare riflessioni sul proprio ruolo nel mondo. Essere lontani dalla propria zona di comfort e dagli affetti più vicini può portare a interrogarsi sulla propria identità, sul proprio senso di appartenenza e sui propri desideri personali. Un viaggio lavorativo può, di conseguenza, diventare non solo uno spostamento fisico, ma anche un’occasione di crescita, un momento per osservare il mondo, e soprattutto sé stessi, da prospettive inedite.
Trasferte di lavoro: anche occasioni di crescita interiore
«Questi quattro suggerimenti sono utili per trasformare le trasferte di lavoro in occasioni di crescita interiore e di benessere psicologico, grazie a momenti di solitudine, contemplazione dei paesaggi e introspezione. Non tutti i viaggi offrono questa opportunità, ma alcuni, se vissuti con sufficiente introspezione, possono portare a nuove intuizioni su di sé. Intuizioni che eventualmente possono poi essere portate in un percorso psicologico e introdurre l’esplorazione della geografia del proprio inconscio», spiega il Dott. Davide Boifava, psicologo.