Il cuore ha un cervello: gli ultimi studi sulle neurotrofine, sostanze un tempo ritenute esclusivamente cerebrali, stanno rivoluzionando l’approccio alla cura delle patologie cardiache come l’aritmia e l’infarto. Queste scoperte potrebbero aprire la strada a trattamenti innovativi, volti a migliorare la salute del cuore in modo naturale e mirato.
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Più di una semplice pompa, il cuore ha un cervello
Il cuore non è solo un organo che pompa sangue, ma un sistema complesso dotato di una rete neuronale sofisticata. Tra l’aorta e l’arteria polmonare si trova un vero e proprio centro neurologico, composto da circa 50.000-70.000 neuroni. Sebbene numericamente inferiori rispetto ai neuroni cerebrali o intestinali, questi neuroni svolgono un ruolo cruciale nel regolare la frequenza cardiaca, la pressione arteriosa e il sistema chimico-ormonale.
Secondo il professor Massimo Fioranelli, esperto di cardiologia e fisiologia, questo “cervello cardiaco” comunica costantemente con il sistema nervoso centrale, influenzando numerosi processi corporei. Le scoperte su questa rete neuronale hanno portato l’attenzione sulle neurotrofine, proteine essenziali per lo sviluppo e il funzionamento dei neuroni.
Neurotrofine e cuore: il ruolo del BDNF
Tra le neurotrofine più promettenti, il Brain Derived Neurotrophic Factor (BDNF), scoperto nel 1982, si è rivelato particolarmente importante per il cuore. Studi recenti hanno evidenziato come questa sostanza, prodotta anche a livello cardiaco, possa:
- Ridurre lo stress ossidativo;
- Migliorare la contrattilità del cuore;
- Aumentare la produzione di ossido nitrico, fondamentale per la salute cardiovascolare;
- Favorire la neoangiogenesi, ovvero la formazione di nuovi vasi sanguigni.
Come stimolare il BDNF?
La produzione di BDNF può essere influenzata da vari fattori. Ad esempio, attività fisica regolare, alimenti ricchi di omega 3, vitamina C, polifenoli e flavonoidi, insieme a una buona qualità del sonno e all’esposizione alla luce solare, ne incrementano i livelli. Al contrario, stress, ansia e depressione possono ostacolarne l’attività.
Uno studio promettente: BDNF e aritmie
Un recente studio condotto dal team del professor Fioranelli ha analizzato l’effetto del BDNF su pazienti affetti da fibrillazione atriale parossistica, una forma di aritmia che colpisce circa il 5% della popolazione, soprattutto sopra i 60 anni. La ricerca, pubblicata su Minerva Cardiology and Angiology, ha coinvolto 30 pazienti ai quali è stato somministrato un integratore contenente basse dosi di BDNF.
I risultati dello studio
I dati emersi sono incoraggianti: nelle persone più anziane, si è osservata una riduzione della frequenza e della durata degli episodi aritmici. Inoltre, il BDNF ha migliorato la funzionalità generale del cuore, modulando i meccanismi coinvolti nella generazione del ritmo cardiaco. Questo studio apre nuove prospettive per lo sviluppo di terapie antiaritmiche basate sull’uso delle neurotrofine.
BDNF e infarto: una speranza per il futuro
Un’altra promettente linea di ricerca riguarda l’effetto del BDNF sull’infarto miocardico. Uno studio condotto dai ricercatori dell’Università di Padova su modelli animali ha dimostrato che livelli elevati di neurotrofine possono migliorare la capacità contrattile del cuore, riducendo i danni causati dall’infarto. La prossima sfida sarà verificare questi risultati anche sull’uomo.
Focus: la fibrillazione atriale parossistica
La fibrillazione atriale parossistica è caratterizzata da un ritmo cardiaco irregolare e rapido, con sintomi come palpitazioni, affaticamento e difficoltà respiratorie. È una condizione che aumenta il rischio di coaguli, embolie e ictus, e richiede trattamenti specifici, come farmaci antiaritmici, anticoagulanti o l’ablazione transcatetere.
Conclusioni
Le scoperte sulle neurotrofine e sul BDNF stanno aprendo nuove strade nella cura delle patologie cardiache, combinando innovazione e approcci naturali. La ricerca continua, ma i primi risultati suggeriscono che il cuore, grazie al suo “cervello”, potrebbe essere in grado di rigenerarsi e recuperare le sue funzioni in modi finora inaspettati.
Testo di Laura D’Orsi
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