In Italia più del 45% delle morti per tumore potrebbe essere prevenuta, perché legata a fattori di rischio modificabili, legati sia a comportamenti che a fattori ambientali. Questo si traduce in circa 80.000 decessi all’anno su un totale di 180.000 morti per cancro, ossia più di 200 al giorno. La prevenzione dei tumori gioca quindi un ruolo essenziale.
Nonostante l’elevato impatto della prevenzione, l’Italia investe solo il 6,8% della spesa sanitaria in questo ambito, cifra inferiore alla media europea del 7,1%, e si colloca all’ottavo posto tra i Paesi dell’UE più il Regno Unito.
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La sfida della prevenzione dei tumori: l’appello degli oncologi italiani
Secondo Francesco Perrone, presidente dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom), è cruciale ridurre questo divario per garantire un Servizio Sanitario Nazionale sostenibile. Ogni giorno in Italia vengono diagnosticate circa 1.000 nuove forme di cancro, con un tasso di incidenza che cresce dell’1% ogni anno.
Di fronte a questa realtà, l’oncologia italiana richiede più risorse per rispondere alla domanda crescente di assistenza e per ridurre le liste d’attesa. In dieci anni, i posti letto pubblici in oncologia medica sono stati ridotti di oltre 1.100 unità, passando dai 5.262 del 2012 ai 4.159 del 2022, aggravando le disparità di accesso alle cure tra le varie regioni.
Costi del cancro e rischio di “Tossicità Finanziaria”
Ogni anno il costo complessivo del cancro in Italia ammonta a circa 20 miliardi di euro, di cui almeno 5 miliardi sono sostenuti direttamente dai pazienti. Uno studio recente, pubblicato su The European Journal of Health Economics, evidenzia come le spese “out of pocket” (a carico dei pazienti) superino in media i 1.800 euro all’anno per paziente. Tra le spese principali rientrano i trasporti, gli esami diagnostici e le visite specialistiche, necessari per il monitoraggio della malattia, ma difficili da ottenere tempestivamente a causa delle lunghe liste d’attesa.
La resilienza dell’oncologia italiana e il ruolo dei “Patient-Reported Outcomes” (Pro)
Massimo Di Maio, presidente eletto di Aiom, sottolinea l’importanza di strumenti innovativi per migliorare la qualità delle cure, come i Pro (Patient-Reported Outcomes). Questi dati, riportati direttamente dai pazienti, consentono una valutazione della qualità della vita e degli effetti collaterali delle terapie, favorendo un “patient empowerment” che supporta l’indipendenza del paziente. Tuttavia, solo pochi ospedali italiani utilizzano i Pro in modo sistematico.
Necessità di maggiore supporto psicologico e cure domiciliari
Saverio Cinieri, presidente di Fondazione Aiom, evidenzia l’urgenza di ampliare l’assistenza psiconcologica e domiciliare, presenti solo in una percentuale limitata di strutture. Le Reti Oncologiche Regionali, attive solo in alcune regioni, potrebbero migliorare la qualità e l’appropriatezza delle cure, riducendo i tempi di accesso ai farmaci innovativi, che in Italia richiedono fino a 14 mesi, contro i soli 3 mesi della Germania.
Prevenzione dei tumori: standard di qualità e linee guida Aiom
Angela Toss, coordinatrice del Working Group Aiom Giovani, sottolinea il ruolo dell’Aiom nel garantire percorsi diagnostici e terapeutici uniformi su tutto il territorio nazionale. Attraverso linee guida, controlli di qualità e raccomandazioni per la vaccinazione antinfluenzale, antipneumococcica e anti-SARS-CoV-2 nei pazienti oncologici, Aiom mira a migliorare l’accesso alle cure e a ridurre le disparità, con particolare attenzione a pazienti vulnerabili come le persone transgender, gli immigrati e i detenuti.
Un appello alle istituzioni per supportare la ricerca clinica
Francesco Perrone conclude evidenziando la missione etica dell’oncologia italiana. Durante il Congresso Nazionale Aiom, alla presenza del Ministro della Salute Orazio Schillaci, Aiom ha ribadito la necessità di supportare la ricerca clinica indipendente come strumento per migliorare la pratica clinica e le politiche di rimborsabilità dei farmaci, affinché ogni paziente oncologico possa ricevere le cure migliori in tempi adeguati.
Prevenzione dei tumori: conclusione
L’Italia si trova di fronte a una sfida complessa: ridurre le morti per cancro investendo maggiormente nella prevenzione e nell’assistenza oncologica, sostenendo al contempo la ricerca e migliorando la qualità della vita dei pazienti.