La colite ulcerosa è una malattia che colpisce generalmente in giovane età. È caratterizzata da una forte infiammazione dell’intestino e ha un notevole impatto sulla qualità di vita di chi ne soffre. Non si tratta soltanto di affrontare il dolore fisico e la stanchezza cronica, ma anche di gestire implicazioni di carattere psicologico.
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Il disagio psicologico tra le conseguenze della colite ulcerosa
«La disabilità invisibile che caratterizza questa malattia e la difficoltà nel descrivere i sintomi, come la diarrea, amplificano il disagio fisico, trasformandolo in un profondo disagio psicologico. Questo porta spesso a sentimenti di vergogna e insicurezza, che possono sfociare in isolamento sociale» spiega Salvo Leone, Direttore Generale di AMICI-Associazione Nazionale per le Malattie Infiammatorie Croniche dell’Intestino.
La progressione della malattia
Per le persone affette da colite ulcerosa, riuscire a controllare i sintomi, come l’urgenza intestinale, rappresenta un importante obiettivo nella gestione della malattia. «Sebbene alla maggior parte dei pazienti venga inizialmente diagnosticata una malattia lieve e inizi la terapia convenzionale, molti progrediscono fino ad avere una malattia moderata oppure grave, con un forte impatto sulla qualità di vita» avverte Alessandro Armuzzi, Responsabile UO IBD dell’Istituto Clinico Humanitas, Rozzano e Professore di Gastroenterologia all’Humanitas University. «Nonostante la disponibilità dei trattamenti attuali, rimane un significativo bisogno di nuove opzioni terapeutiche in grado di affrontare i sintomi dirompenti, come l’urgenza intestinale».
Rimborsabile dal Servizio Sanitario Nazionale il nuovo farmaco per la colite ulcerosa
Recentemente l’AIFA-Agenzia Italiana per il Farmaco, ha approvato la rimborsabilità di mirikizumab, una terapia che determina un sollievo da sintomi chiave, quali frequenza evacuativa, sanguinamento e urgenza intestinale, con una rapidità d’azione e un’efficacia che si mantiene nel tempo.
Azione veloce di mirikizumab
«Mirikizumab è in grado di determinare un rapido miglioramento dei sintomi, come il sanguinamento e la frequenza evacuativa, già dopo tre settimane. In particolare, gli studi che hanno portato alla registrazione del farmaco sono stati i primi e gli unici a utilizzare una scala di valutazione dell’urgenza intestinale incentrata sul paziente, registrando un netto miglioramento del sintomo urgenza» conferma Massimo Claudio Fantini, Segretario Generale di IG-IBD (Italian Group for the study of Inflammatory Bowel Disease) e Professore di Gastroenterologia all’Università degli Studi di Cagliari.