In Italia diminuisce il ricorso all’aborto in modo significativo. Tra il 1988 e il 2022 il numero di interruzioni di gravidanza volontarie è sceso da 208.000 a 65.000: in termini percentuali si tratta di un calo del 68 per cento. I dati arrivano dall’ultimo rapporto dell’Istat “L’interruzione volontaria di gravidanza in un’ottica generazionale“.
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Diminuisce il ricorso all’aborto, cresce l’uso della pillola del giorno dopo
Contestualmente cresce il ricorso alle cosiddette pillole di emergenza. In particolare da quando è stato cancellato l’obbligo di prescrizione anche per le ragazze minorenni, l’acquisto della pillola del giorno dopo negli ultimi anni ha visto un incremento del 79 per cento.
Nel documento si legge che per la prima volta nel 2022 il ricorso alla pillola di emergenza ha superato la tecnica chirurgica: la prima è al 51,1 per cento contro il 46,7 per cento della seconda.
Diminuisce il ricorso all’aborto, ma resta il nodo dell’obiezione di coscienza
Diminuisce il numero dei medici che si definiscono obiettori di coscienza, quindi che non eseguono interruzioni volontarie di gravidanza. Negli ultimi anni è calata, fermandosi nel 2021 al 63,4%, che resta comunque una cifra molto alta.
Le difficoltà a interrompere una gravidanza in modo volontario sono più alte nelle Regioni del Centro e del Sud del nostro Paese. Solo in tre strutture, però, viene superato il numero di 10 aborti settimanali per ginecologo: una si trova in Abruzzo, una in Campania e una in Sicilia.
Pochi adolescenti usano il preservativo, aumentano le malattie sessualmente trasmissibili
Si conferma anche la tendenza dei giovani italiani a fare sesso completo prima delle generazioni che le hanno precedute. Gli ultimi dati del 2022 riportano che il 21,6% dei ragazzi e il 18,4% delle ragazze afferma di avere avuto il primo rapporto sessuale completo prima dei 16 anni.
Questo espone le donne a un rischio alto di gravidanze indesiderate, anche perché l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha nuovamente lanciato l’allarme sull’uso del preservativo. Negli ultimi dieci anni gli esperti hanno stimato una diminuzione importante dell’uso del preservativo tra gli adolescenti in tutta Europa. Solo il 60% dei quindicenni ha detto di averlo usato nell’ultimo rapporto. Non è un caso che stiano aumentando le malattie sessualmente trasmissibili.