Benessere

Slow tourism: scoprire il piacere del turismo lento

Questo approccio al viaggio incentiva una connessione significativa con i luoghi visitati, tramite esperienze autentiche e sostenibili

Rallentare, godersi il percorso e immergersi completamente nella vita del luogo: invece di visitare una grande quantità di attrazioni in un breve periodo di tempo, lo slow tourism, o “turismo lento”, promuove un ritmo di viaggio più rilassato. Vediamo di cosa si tratta.

La filosofia dello slow tourism

Il concetto di slow tourism enfatizza la connessione con le persone, la cultura e il cibo locali e invita ad apprezzare ogni momento del viaggio. Ma significa anche essere dei viaggiatori consapevoli, che hanno rispetto e gratitudine verso l’ambiente e il posto che li ospita.

Gruppo San Donato

Le mete ideali per lo slow tourism possono essere numerose e varie, includendo destinazioni che offrono esperienze culturali e immersive per scoprire le tradizioni locali ed enogastronomiche, la possibilità di spostarsi con mezzi di trasporto sostenibili, ambienti naturali, borghi o città. In un’epoca in cui siamo sempre di corsa, riscoprire il piacere dei viaggi lenti può rappresentare un cambiamento significativo nel nostro stile di vita.

Slow tourism e overtourism

Il turismo lento non riguarda solo la durata del soggiorno o la scelta della destinazione, ma soprattutto il modo in cui ci si approccia al viaggio. L’obiettivo è fare dei viaggi autentici, sostenibili e capaci di valorizzare al meglio le esperienze fatte e i luoghi visitati​. Quando possibile, può rappresentare una valida alternativa al turismo di massa.

Secondo la ventitreesima edizione dell’Holiday Barometer di IpsosEurop Assistance, «tra le nuove tendenze, si diffonde sempre di più la propensione a scegliere forme di turismo slow e sostenibile come risposta al fenomeno dell’overtourism». Infatti, «il 78% degli italiani, il dato più alto in Europa, dichiara voler sperimentare lo slow tourism nei prossimi anni per esplorare le tradizioni e la cultura locale, mentre il 74% sarebbe disposto a viaggiare verso destinazioni meno convenzionali».

Benefici dello slow tourism

Approcciarsi allo slow tourism può avere numerosi benefici, vediamone alcuni:

Connessione con la cultura locale

Lo slow tourism permette di scoprire luoghi meno conosciuti che spesso vengono trascurati nei percorsi turistici tradizionali. Consente ai viaggiatori di immergersi nelle comunità locali, conoscere le persone e partecipare alle loro tradizioni. Questo può offrire esperienze autentiche, uniche e arricchenti.

Ridurre l’impatto ambientale

Viaggiare lentamente spesso significa utilizzare mezzi di trasporto più sostenibili rispetto alla macchina o all’aereo, come il treno, l’autobus o la bicicletta, o percorrere dei cammini, riducendo l’impatto ambientale.

Slow tourism: meno ansia e stress

Rallentare i ritmi può aiutare a diminuire lo stress e tornare a casa rigenerati. Prendersi il tempo necessario per godersi il viaggio allevia la pressione di dover vedere tutto freneticamente e consente di vivere pienamente il presente.

Vivere come una persona del posto

Fare la spesa nei mercati locali, cucinare piatti tipici e partecipare a eventi comunitari sono ottimi modi per vivere come un “local”. Inoltre, acquistare prodotti artigianali, mangiare nei ristoranti gestiti da famiglie locali e partecipare a tour organizzati da guide del posto contribuisce a sostenere l’economia locale.

Godersi il proprio tempo

Passeggiare senza una meta precisa, sedersi in un bar o fermarsi a chiacchierare con un abitante del luogo: a volte, durante un viaggio vale la pena evitare di pianificare troppo, lasciare spazio per l’improvvisazione e fare solo ciò che si desidera davvero in quel momento.

Leggi anche…

Mostra di più

Aurora Pianigiani

Collabora con OK Salute e Benessere e si occupa di comunicazione in ambito medico-scientifico e ambientale. Laureata in Giurisprudenza all’Università degli Studi di Firenze, si è formata nel settore dei media digitali e del giornalismo. Ha conseguito il Master in Comunicazione della Scienza e della Salute presso l’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano e contestualmente ha scritto articoli per testate giornalistiche che svolgono attività di fact-checking.
Pulsante per tornare all'inizio