Non è solo la propria squadra del cuore a far agitare il cuore degli italiani. Quando il calcio, inteso come minerale, è troppo nell’organismo, tante sono le conseguenze negative per l’organismo, soprattutto per quanto riguarda il cuore e l’apparato cardiovascolare. Se si deposita sulle arterie o sui lembi delle valvole, infatti, i tessuti diventano rigidi e non funzionano bene, aumentando per esempio del 20% il rischio di infarto entro 10 anni. Lo confermano diversi studi della Società Italiana di Cardiologia Invasiva (GISE).
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La dose giornaliera di calcio consigliata
Il calcio è uno dei minerali più importanti del nostro corpo che aiuta a dare sostegno alle ossa. Non per questo però bisogna esagerare con la sua assunzione: la dose giornaliera raccomandata è pari a 800 mg. Il fabbisogno personale, tuttavia, varia in base all’età e deve essere sempre tenuto sotto controllo grazie agli esperti. Vietato quindi il fai da te quando si parla di integratori che vanno inseriti sempre all’interno di una dieta variata ed equilibrata e utilizzati nell’ambito di uno stile di vita sano.
Donne in menopausa e fabbisogno di calcio
Il ricorso a questo metallo è tanto maggiore tra le donne che hanno superato i 60 anni: per paura dell’osteoporosi che mina le ossa, più della metà di loro assume supplementi di calcio, a volte senza la supervisione di un medico. Bisogna però ricordarsi che qualsiasi integratore deve essere preso sotto consiglio di un esperto in base alle proprie esigenze. Se è vero che il calcio fa bene alle ossa e al cuore, è altrettanto attestato che se proviene da integratori può anche portare a problemi collaterali non voluti.
Anziani, fabbisogno di calcio e rischi sul cuore
Il motivo è che, specie nelle persone anziane, i supplementi di calcio in pastiglie o in polvere non vengono completamente eliminati con le urine. Quindi vanno ad accumularsi su tessuti morbidi del corpo. Specificatamente nell’aorta e ad altre arterie ostacolando così il fluire del sangue e aumentando il rischio di un attacco di cuore. Oltre agli integratori, il problema sembra essere anche fisiologico, a cui è facile andare incontro con l’avanzare degli anni.
Cosa succede al cuore quando si assume troppo calcio
«La calcificazione delle coronarie e delle valvole cardiache è un riscontro comune all’aumentare dell’età», spiega il dottor Giovanni Esposito, Ordinario di Malattie dell’Apparato Cardiovascolare e Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Cardiologia, Emodinamica e UTIC dell’A.O.U. Federico II. L’irrigidimento indotto dal calcio è molto pericoloso, perché potrebbe pregiudicare la corretta funzione di vasi e valvole. Se tuttavia con l’angiografia, una TAC coronarica, un’ecografia intravascolare o con la tomografia ottica computerizzata si verifica la presenza di calcificazioni coronariche ampie, oggi esistono le soluzioni per trattarle.
Litotrissia intravascolare per gli accumuli di calcio
Di recente sono stati infatti presentati i risultati possibili con la litotrissia intravascolare, una tecnica che utilizza le onde d’urto degli ultrasuoni. Questa pratica permetterebbe di “spezzettare” gli accumuli di calcio come fossero un guscio d’uovo, in maniera efficace e sicura al tempo stesso. Potrebbe per questo essere utile anche in anziani fragili e nei pazienti candidati alla sostituzione della valvola aortica per migliorare l’esito dell’intervento.
Come si esegue l’intervento
Nella coronaria da trattare viene inserito un catetere speciale, equipaggiato con micro-emettitori di onde d’urto a ultrasuoni in un palloncino simile allo stent. Una volta eliminato il calcio, i vasi riprendono la loro elasticità, nella massima sicurezza, come afferma il dottor Esposito: «La pressione creata dalle onde d’urto non ha effetti sui tessuti ma spezzetta selettivamente il calcio, che però non si sbriciola andando in circolo e rischiando così di occludere piccoli vasi. I pezzetti restano fra due strati di tessuto fibroso, come fossero in un sandwich».
I benefici al cuore dell’intervento
L’intervento di litotrissia, approvato nel nostro Paese già dal 2017, è simile a quello che si applica ai calcoli renali. Permette di:
- evitare ostruzioni;
- ridurre il rischio di infarti;
- ridurre l’insufficienza cardiaca.