Lavorare con il caldo è molto difficile, come chiunque di noi può intuire, anche se magari svolge un’attività in ufficio o in un negozio con l’aria condizionata. Come ricorda ogni anno l’Unione italiana lavoratori, il caldo eccessivo comporta diversi rischi che durante il lavoro possono acuirsi. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità:
- quando le temperature superano i 30 gradi, la possibilità di incidenti sul lavoro aumenta del 5-7%,
- se oltrepassano i 38, il rischio di infortuni cresce tra il 10 e il 15 per cento.
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Cassa integrazione sopra i 35°C
L’Istituto nazionale della previdenza sociale (Inps) sensibilizza da anni sul fatto che l’aumento del caldo estivo sia correlato all’aumento di rischio di incidenti sul lavoro. Nel 2022 ha stilato un elenco dei settori che dovrebbero poter accedere alla cassa integrazione in caso di temperature superiori ai 35 gradi. Rientra in questo elenco chi:
- lavora nella stesura del manto stradale,
- opera nel rifacimento di facciate e tetti di edifici, nelle lavorazioni all’aperto che richiedono indumenti di protezione,
- ma anche in tutte le fasi lavorative che, in generale, si svolgono in luoghi che non possono essere protetti dal sole.
Lavorare con il caldo mette a rischio la termoregolazione
«La calura e gli alti tassi di umidità, specie se prolungati nel tempo, possono mettere in difficoltà il sistema di termoregolazione. È quel meccanismo che nel nostro corpo ha la funzione di mantenere la temperatura costante, bilanciando la produzione e la dispersione del calore in relazione alle condizioni esterne». Marzia Spessot è specialista in Medicina interna, medicina d’urgenza e nefrologia dell’Irccs Ospedale San Raffaele di Milano. «In particolare, l’afa blocca la normale sudorazione che, evaporando, raffredda la superficie corporea. Il risultato è che si innalza la temperatura interna dell’organismo».
I campanelli d’allarme
Se i meccanismi interni non riescono a ripristinare lo stato di equilibrio, gli effetti possono andare da un colpo di sole a un colpo di calore, passando per i crampi e il cosiddetto esaurimento da calore.
A seconda della gravità, possono comparire così sintomi come:
- rossore,
- astenia,
- edemi,
- crampi,
- difficoltà di respirazione,
- secchezza di bocca, pelle e mucose,
- calo della concentrazione.
Se la temperatura esterna supera quella del corpo lavorare con il caldo diventa impossibile
La temperatura corporea può salire fino a 39-40 gradi e il quadro neurologico diventa progressivamente più severo, con comparsa di:
- vertigini,
- agitazione,
- confusione,
- mal di testa intenso,
- freddo,
- brividi,
- pallore cutaneo,
- nausea,
- vomito sino alla perdita di coscienza.
Sopra i 40 gradi di temperatura corporea la situazione si aggrava ulteriormente. Per non correre rischi, dunque, è importante adottare qualche precauzione, soprattutto da parte delle persone affette da malattie croniche che aumentano la suscettibilità al caldo, come obesità, malattie della tiroide, asma, diabete, patologie cardiovascolari o renali.
Lavorare con il caldo all’aperto: vestiti chiari e acqua ogni 15 minuti
Le persone che per motivi professionali trascorrono gran parte della giornata all’aria aperta o escono spesso dovrebbero indossare indumenti larghi e leggeri, per favorire un maggior equilibrio fra accumulo e dispersione di calore, cambiandoli se sudano molto.
Meglio preferire i colori chiari, perché attirano meno i raggi del sole, e le fibre naturali, come lino, viscosa e cotone, che favoriscono la traspirazione e danno una sensazione di freschezza.
Non dimenticare poi di proteggere la testa con un copricapo con visiera o a tesa larga, di indossare occhiali da sole con filtri UV e di applicare creme protettive. «Se tenere rinfrescati viso, collo e polsi è sempre consigliato, lo è a maggior ragione in questi casi, quando i meccanismi di termoregolazione sono ancora più in difficoltà», aggiunge l’esperta.
Bisogna fare pause frequenti e bere
«Sì anche a fare pause più frequenti, idealmente in aree ombreggiate o al chiuso». Ovviamente, diventa ancora più essenziale mantenersi idratati per bilanciare le perdite dovute alla maggiore sudorazione.
Nel 2022 l’Istituto nazionale assicurazione contro gli infortuni sul lavoro (Inail), nell’ambito del progetto di ricerca Worklimate, ha pubblicato una guida con una serie di raccomandazioni mirate ai singoli lavoratori.
Tra i suggerimenti anti-caldo si legge di idratarsi con un bicchiere di acqua fresca ogni quarto d’ora, ma di non bere più di un litro e mezzo di acqua in un’ora.
Attenzione alle bevande energetiche
Sconsigliata anche l’assunzione di bevande energetiche utilizzate in ambito sportivo e/o l’assunzione autonoma di integratori salini per compensare i sali minerali persi con la sudorazione. Le bevande energetiche possono avere effetti negativi in termini di eccesso di calorie ingerite e provocare disturbi elettrolitici.
Gli elettroliti, come il sodio, il potassio e il magnesio, hanno il compito di regolare le funzioni nervose e muscolari, oltre a mantenere l’equilibrio idrico. Se salta questo equilibrio ci possono essere conseguenze importanti come il colpo di calore.
I giorni più a rischio sono i primi con molto caldo
Secondo l’Inail i disturbi da caldo si verificano soprattutto durante i primi giorni di lavoro e in concomitanza con le prime esposizioni stagionali a temperature particolarmente elevate. Del resto il nostro corpo è adattogeno: questo vuol dire che impiega un po’ di tempo ad abituarsi a una situazione climatica nuova. Particolare attenzione va prestata ai lavoratori giovani e in ottime condizioni di salute, ma con meno esperienza lavorativa alle spalle.
Al chiuso: temperatura mai inferiore ai 26 gradi
Le persone che svolgono la professione all’aria aperta sono le più esposte, ma anche chi lavora in luoghi chiusi potrebbe risentire del caldo. Chi sta al computer in ufficio o a casa, se possibile, dovrebbe ricorrere a sistemi di raffreddamento, condizionatori o climatizzatori, impostando una temperatura non inferiore a 24-26 gradi. Spesso, è sufficiente avviare la funzione di deumidificazione.
Attenzione, invece, ai ventilatori meccanici: muovono l’aria offrendo una piacevole sensazione di fresco, ma non abbassano la temperatura. Di conseguenza intensificano la sudorazione aumentando il rischio di disidratazione. Ecco perché non andrebbero usati sopra i 32 gradi e comunque andrebbero tenuti a una certa distanza e mai indirizzati direttamente sul corpo.
Testo di Silvia Finazzi
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