Ci sono diversi tipi di depressione, sei per l’esattezza, secondo uno studio che ha visto la partecipazione di un team di ricercatori internazionali.
La depressione è una malattia sistemica, che quindi colpisce diversi organi, ed è tra le prime cause di disabilità. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità la depressione diventerà già a partire dal 2030 la prima causa al mondo di giornate di lavoro perse per disabilità, superando il primato delle malattie cardiovascolari, che resisteva da decenni.
In questo articolo
Depressione e sintomi: perché sono così diversi da persona a persona?
La depressione ha molti sintomi, che sono spesso estremamente diversi da persona a persona. A questo punto si è capito che poteva prendere forme differenti, anche se finora venivano tutti racchiusi nel disturbo depressivo maggiore o depressione maggiore.
Il problema è che i farmaci antidepressivi non funzionano su tutti e spesso gli psichiatri sono costretti a procedere per tentativi nella speranza di trovare quello che funziona per il paziente in questione.
Diversi tipi di depressione: lo studio internazionale
Da questa situazione è nata la volta di un team internazionale di ricercatori di capire quali e quanti tipi di depressione esistano, basandosi sull’attività rilevata nelle regioni del cervello già note per giocare un ruolo in questa malattia.
I ricercatori hanno analizzato le scansioni cerebrali di 801 pazienti con depressioni e quelle di 137 persone sane. Queste scansioni sono state fatte sia a riposo, sia durante lo svolgimento di test cognitivi ed emotivi.
I risultati hanno scoperto che esistono sei diversi biotipi distinti di disturbo depressivo maggiore. Per tre di questi hanno anche individuato quali siano i trattamenti migliori. Si possono leggere i risultati sulla rivista scientifica Nature Medicine.
Quali sono i trattamenti più efficaci per tre tipi di depressione?
Come si diceva, per tre tipi di depressione i ricercatori hanno compreso quali siano i trattamenti più efficaci:
- I pazienti con depressione caratterizzata da iperattività nelle regioni cognitive del cervello hanno una migliore risposta all’antidepressivo venlafaxina. In genere questi pazienti soffrono spesso di anedonia, cioè non riescono a provare piacere e hanno un maggior numero di problemi nello svolgimento di compiti esecutivi.
- I pazienti con depressione che, nelle scansioni a riposo, era caratterizzata da livelli di attività più elevati tra le regioni associate alla depressione e alla risoluzione dei problemi, hanno avuto una migliore efficacia con la psicoterapia. Questi pazienti hanno ottenuto anche migliori punteggi nei compiti cognitivi.
- I pazienti che nei test a riposo avevano livelli di attività più bassi nel circuito cerebrale che controlla l’attenzione, avevano meno probabilità di sperimentare un miglioramento dei loro sintomi invece con la psicoterapia.