Le cellule cerebrali staminali embrionali potrebbero cambiare i trattamenti per due malattie importanti come la SLA e la sclerosi multipla. Uno studio italiano è arrivato alla fase 2 per la sclerosi laterale amiotrofica, mentre è alla fase 1 per quanto riguarda la sclerosi multipla.
La ricerca è coordinata dal gruppo di Medicina traslazionale di Angelo Vescovi e Letizia Mazzini dell’Irccs Casa Sollievo della Sofferenza Opera di San Pio da Pietrelcina, a San Giovanni Rotondo (FG).
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Terapia con cellule cerebrali staminali utilizzabile come un farmaco
Al momento il trattamento con cellule staminali cerebrali è tra i più promettenti fra quelli in sperimentazione. Le cellule cerebrali staminali sono state ottenute a partire da quelle di sei feti da aborto spontaneo, che sono sufficienti per trattare moltissimi pazienti.
Grazie a questa decisione è come se si avesse un vero e proprio farmaco, perché usare cellule da donatori diversi dà anche risultati diversi secondo Angelo Vescovi. Le cellule cerebrali staminali vengono iniettate con particolari aghi mobili.
La sperimentazione per la SLA
Per la SLA gli esperti hanno già cominciato a reclutare pazienti per la partenza della sperimentazione di fase 2. La fase 1 dei test è iniziata nel 2012 con il primo trapianto al mondo di cellule staminali cerebrali.
In questa fase le cellule staminali non verranno iniettate nel midollo osseo, ma nei ventricoli del cervello attraverso un catetere collegato a un serbatoio, come ha spiegato Vescovi nella conferenza stampa di presentazione. È una procedura di routine nella chirurgia dei tumori e che non ha rivelato effetti indesiderati.
I test sui pazienti con sclerosi multipla
Anche i risultati per la sclerosi multipla sono promettenti. Si possono leggere sulla rivista scientifica Cell Stem Cell. Nella fase 2 i ricercatori valuteranno ancora la sicurezza del trattamento e capiranno dosaggio ed efficacia.
Nella prima fase gli esperti hanno sottoposto al trapianto di staminali quindici pazienti, monitorati per dodici mesi. I pazienti avevano alti livelli di disabilità e nell’anno di monitoraggio non hanno avuto né un peggioramento dei sintomi, né un aumento del livello di disabilità.
Azione antinfiammatoria o neuroprotettiva delle cellule cerebrali staminali
Quindi nessuna recidiva, né progressione della malattia. In genere i pazienti che convivono con la sclerosi multipla hanno un aumento del volume cerebrale per il processo di neurodegenerazione. Nei 15 sottoposti a trapianto il gruppo di lavoro ha visto una diminuzione del volume cerebrale che aumentava con l’aumentare della dose. Si pensa che questo sia possibile grazie all’effetto antinfiammatorio o neuroprotettivo delle cellule trapiantate.
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