I test della saliva per il tumore alla prostata fai-da-te sono migliori nell’identificare gli uomini ad alto rischio rispetto agli esami del sangue standard. Lo sostiene uno studio dell’Institute of Cancer Research di Londra, in collaborazione con The Royal Marsden NHS Foundation Trust.
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Il problema della diagnosi
I test che si possono fare a casa possono individuare i fattori genetici che fanno crescere in alcuni uomini le probabilità di avere questo tumore, che in Italia interessa oltre 36.000 persone all’anno. Non esiste finora un programma di screening di popolazione raccomandato, come invece accade per la mammografia per la diagnosi precoce del tumore del seno. Questo dipende principalmente dal fatto che gli esami del sangue non sono ancora ritenuti sufficientemente affidabili.
Il dosaggio del PSA non garantisce una certezza accettabile
L’esame del sangue del dosaggio del PSA, l’antigene prostatico specifico, non convince tutti gli esperti. Sicuramente serve a controllare i casi già trattati di tumore alla prostata per monitorare l’eventuale ripresa della malattia. Non ci sono certezze invece sulla sua utilità nell’individuare la presenza di un tumore in fase precoce, perché l’esame dà numerosi risultati che sono falsi positivi.
Test della saliva per il tumore alla prostata producono meno falsi positivi
I ricercatori dei due centri di ricerca britannici sostengono che siano invece molto utili i test fai-da-te, che tra l’altro sono facili da usare e sono anche poco invasivi. Una volta raccolta la saliva, viene estratto il Dna e viene analizzato per cercare eventuali variazioni genetiche che sono legate al tumore alla prostata.
La ricerca
Il gruppo di ricerca ha coinvolto oltre 6.000 europei tra i 55 e i 69 anni, l’età in cui il rischio di sviluppare questo tumore cresce. Una volta individuate le persone più a rischio, i ricercatori hanno usato i test del sangue e della saliva.
I risultati hanno dimostrato che i test con la saliva hanno prodotto meno falsi positivi e hanno scoperto una grande quantità di forme aggressive del cancro. Gli esperti hanno presentato i risultati dello studio al congresso della Società americana di oncologia clinica.
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