Avete mai provato la sensazione di sentirvi a casa anche quando non siete tra le mura domestiche? Ad esempio, potreste aver sentito un forte senso di calore e accoglienza semplicemente leggendo un libro in un angolo tranquillo di un parco o passando un po’ di tempo in quel bar dove fanno il vostro caffè preferito. Questi luoghi sono esempi di ciò che viene definito “terzo posto“.
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Cos’è il “terzo posto”?
Il termine “terzo posto”, third place in inglese, è stato utilizzato nei primi anni ’80 dai sociologi Ray Oldenburg e Dennis Brissett, per descrivere un ambiente sociale che non è né la casa né il lavoro. Infatti, per “primo posto” si intende proprio la casa o la dimora personale. Questo è il centro della vita familiare in cui le persone vivono in modo più intimo e personale. Il “secondo posto” è rappresentato dal lavoro o dalla scuola, ovvero i luoghi dove si svolgono le attività professionali o educative. Tali spazi sono strutturati attorno a ruoli, responsabilità e obblighi formali. Mentre il terzo posto è un’area neutrale e inclusiva in cui gli individui si riuniscono spontaneamente, senza vincoli o aspettative. Esempi tipici di terzi luoghi includono bar, biblioteche, parchi, chiese, palestre, teatri e centri comunitari.
Caratteristiche del terzo posto
Questi ambienti favoriscono un tipo di conversazione leggera e piacevole, contribuendo a creare un’atmosfera amichevole e inclusiva. Di solito, i terzi luoghi sono facilmente accessibili, accoglienti e ospitati da clienti abituali che aiutano a mantenere una sensazione di familiarità e continuità. Si tratta di spazi tendenzialmente semplici e privi di ostentazione che promuovono un clima rilassato, dove tutti possono sentirsi accolti.
Perché è importante averne uno?
Il terzo posto rappresenta uno spazio, separato dalla casa e dal lavoro, che dà modo alle persone di allontanarsi dalle pressioni domestiche e lavorative. Trovare del tempo per sé stessi in un luogo neutrale può aiutare a mantenere un equilibrio tra vita privata e professionale, ridurre lo stress e incrementare il benessere individuale. Inoltre, questi spazi facilitano l’incontro e la socializzazione tra persone diverse. La loro natura informale e rilassata può stimolare la creatività e la condivisione di idee, opinioni ed esperienze.
Trovare un terzo posto nell’era digitale
In un’epoca in cui il lavoro da remoto e le interazioni tramite piattaforme digitali sono in aumento, c’è il rischio che aumenti anche il senso di solitudine e di isolamento. I terzi luoghi delle città continuano, quindi, ad essere essenziali, affinché gli individui abbiano maggiori opportunità di incontrarsi e sentirsi parte di una comunità.
La dottoressa Narae Lee, che ha condotto una ricerca sull’impatto dei terzi luoghi, in un’intervista a Today ha affermato che «trovare un terzo posto di persona è particolarmente importante per i lavoratori a distanza, il cui secondo spazio può essere principalmente virtuale».
È vero che la digitalizzazione ha creato nuove opportunità per connettersi agli altri, specialmente per chi vive in aree isolate o ha limitazioni fisiche che rendono difficile l’accesso ai terzi luoghi tradizionali. Tuttavia, nonostante i possibili benefici delle comunità virtuali, ci sono comunque delle differenze tra le interazioni digitali e quelle fisiche. Per molte aziende, come Starbucks, la sfida sarà proprio capire come i terzi luoghi possano evolversi per mantenere la loro rilevanza e supportare la vita sociale in un’era sempre più digitale.
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