L’infertilità coinvolge in Italia quasi 1 persona su 6. Tra le cause di questo fenomeno si segnalano soprattutto l’aumento dell’età dei futuri genitori e la scarsa riserva ovarica della donna, ossia il numero di follicoli ancora presenti nelle ovaie. Grazie ai progressi scientifici, oggi possiamo contare su diverse opzioni di trattamento che consentono di personalizzare l’approccio alla stimolazione ovarica, aumentando la probabilità di gravidanza e, al contempo, minimizzando i rischi di queste terapie.
In questo articolo
Stimolazione ovarica: le nuove formulazioni consentono di calibrare meglio il dosaggio dei farmaci
«Disporre di nuove formulazioni versatili nelle modalità di somministrazione va incontro all’esigenza, molto sentita da parte delle donne, di poter contare su terapie facili da maneggiare e autosomministrare, aumentando così l’aderenza al trattamento. In tal modo è anche possibile calibrare con grande precisione il dosaggio del farmaco sulla base delle specifiche esigenze individuali» spiega Adolfo Allegra, presidente
nazionale di Cecos Italia (Centri conservazione ovociti e spermatozoi).
Per favorire la stimolazione ovarica è disponibile una nuova formulazione di menotropina, il principio attivo per il trattamento dei disordini della fertilità, più versatile nella modalità di somministrazione e che consente di calibrare con precisione il dosaggio del farmaco sulla base delle specifiche esigenze individuali delle pazienti.
L’aumento dell’infertilità mette in luce l’urgente necessità di rendere le procedure di Procreazione Medicalmente Assistita (PMA) più accessibili e di garantire trattamenti di alta qualità a coloro che ne hanno bisogno. Secondo recenti stime, dal 2012 al 2022 si è registrato un aumento del 73% nell’utilizzo delle tecniche di PMA, con quasi 4 parti su cento ottenuti con procreazione assistita. In particolare, la fecondazione in vitro con trasferimento di embrioni nell’utero (FIVET) si conferma la tecnica più utilizzata, passando in dieci anni dal 37% al 48%.
Le procedure di Procreazione Medicalmente Assistita dovrebbero quindi essere più accessibili. L’introduzione della Procreazione Medicalmente Assistita nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) segna un passo avanti importante per garantire l’accesso equo a queste procedure, ma questa possibilità è purtroppo slittata a gennaio 2025. «Un rinvio che pesa in particolare nell’ambito della medicina della riproduzione, dove il fattore tempo gioca un ruolo cruciale sulla probabilità di successo dei trattamenti, almeno per quelle coppie che si avvicinano a questi percorsi già in età avanzata» avverte Luca Mencaglia, presidente Fondazione PMA.