C’è chi preferisce consumarli bolliti, magari insieme alle uova all’occhio di bue, chi li aggiunge a pasta e risotti e chi li passa velocemente in padella per gustarseli quasi “al dente”: gli asparagi, appartenenti alla famiglia delle Liliacee, sono ortaggi che vantano ottime proprietà nutrizionali, grazie al loro buon quantitativo di fibre, vitamine, minerali e antiossidanti. Sono composti da un rizoma, cioè da una radice biancastra sotterranea, e dai turioni, ossia i germogli commestibili lunghi circa 20 centimetri. Esistono diverse varietà (verdi, bianchi, violetti, selvaggi), che si differenziano per la loro composizione organolettica ma non per le loro qualità nutrizionali.
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Asparagi: perché riutilizzare l’acqua di cottura?
Gli asparagi sono ricchi di vitamine A, B1, B2, B3, C, fibre, acido folico, potassio, fosforo, calcio e ferro ma anche glutatione, che è un potente antiossidante, asparagina, cioè un amminoacido che stimola la diuresi, e saponine, molecole antinfiammatorie e diuretiche. Il loro consumo favorisce l’abbassamento dei livello di glucosio nel sangue, migliora il funzionamento renale, epatico e intestinale e neutralizza la produzione di radicali liberi. Mangiare questi ortaggi è, dunque, un toccasana ma lo è anche conservare e riutilizzare la loro acqua di cottura, poiché contiene le stesse sostanze presenti nei turioni.
Asparagi: 3 idee per riutilizzare l’acqua di cottura
Tisana diuretica e detossinante
Il colore verdognolo potrebbe non essere particolarmente invitante, così come l’odore pungente. Tuttavia, vincendo le resistenze iniziali, con l’acqua di cottura degli asparagi si potrebbe realizzare una tisana diuretica e detossinante. Bisogna filtrare bene l’acqua, in modo che i residui dei germogli vengano eliminati, scaldarla e versarla in una tazza. Si può anche conservare in frigorifero, qualora fosse troppa. L’ideale sarebbe berla al naturale, senza zucchero, magari aggiungendo una spruzzata di limone o una veloce grattugiata di zenzero.
Bevuta alla sera, poco prima di andare a letto, questa tisana a base di asparagi favorisce l’eliminazione dei liquidi in eccesso e l’espulsione delle tossine, andando a combattere gonfiori e ritenzione idrica. Migliora anche la circolazione sanguigna, combatte lo stress ossidativo e garantisce una buona funzionalità intestinale.
Perché poi la pipì ha un odore sgradevole?
Dopo aver mangiato gli asparagi o bevuto la tisana realizzata con l’acqua di cottura, è possibile che la pipì assuma un odore sgradevole. È un processo del tutto normale perché in questi ortaggi è presente l’acido asparagusico, una molecola contenente due atomi di zolfo, il metantiolo e il dimetilsofuro. Si tratta di sostanze che vengono espulse con l’urina ed essendo volatili si fanno “sentire” dal nostro naso.
Riutilizza l’acqua di cottura degli asparagi per innaffiare le piante
Se non vogliamo buttare l’acqua di cottura degli asparagi che, come abbiamo detto, è ricca di proprietà nutrizionali tanto quanto i germogli commestibili, possiamo impiegarla per innaffiare le piante. Essendo ricca di nutrienti e minerali, rappresenta infatti un ottimo fertilizzante. Ciò vale per l’acqua di tutte le verdure portate a ebollizione, ad eccezione delle patate. Questo potrebbe essere anche un modo per ridurre gli sprechi d’acqua, che in Italia rappresentano un problema ingente a causa dell’inefficienza delle strutture idriche e delle cattive abitudini dei cittadini.
Per utilizzare l’acqua di cottura per bagnare piante, fiori ed erbe aromatiche, bisogna assicurarsi che questa si sia del tutto raffreddata e sia priva di sale.
Fare un brodo o lessare le patate
Tenendo da parte anche qualche punta dei turioni, l’acqua di cottura può essere impiegata come base per la realizzazione di un risotto agli asparagi, sostituendosi al classico brodo. Per renderla più saporita ci si può aggiungere carota, sedano e cipolla o un dado vegetale.
Se, invece, non si ha in programma di fare questo gustoso primo piatto, si può conservare l’acqua con cui si sono bolliti gli asparagi per lessare le patate, da fare in insalata o come base per il purè.