Gli eventi negativi degli ultimi anni ci hanno messo a dura prova. Anche se a volte sembra di essere temprati agli sconvolgimenti, le continue notizie relative a malattie, guerre e crisi economica arrivano al cervello, provocando una quantità di emozioni che si susseguono. Una delle più frequenti è la paura che non deve essere necessariamente un nemico della nostra salute. Al contrario, la paura può essere trasformata in una risorsa positiva per migliorare sia la nostra salute mentale che fisica.
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La definizione di paura
La paura è un’emozione universale che tutti sperimentiamo in momenti di incertezza o pericolo. Si tratta di una reazione naturale del nostro corpo di fronte a situazioni percepite come minacciose. Tuttavia, è essenziale comprendere che la paura può essere influenzata da fattori soggettivi e può variare da persona a persona. Alcune persone possono essere più inclini a sentirsi spaventate di fronte a certe situazioni rispetto ad altre. Pensiamo per esempio all’ipocondria: dipende da esperienze passate, percezioni individuali ma anche fattori biologici.
Quali sono le conseguenze della paura?
A danneggiarci non è la paura, che comunque ci aiuta a individuare il pericolo, ma quello che ci spinge a fare o non fare. «La paura ci blocca o ci porta a strafare, mettendo in atto un sequestro emozionale, che ci fa travolgere dall’istintività», afferma l’esperta Costanza Fontani, coach emotivo-comportamentale e psicologa. Per evitare comportamenti non funzionali, bisogna gestire la paura e trasformarla in risorsa positiva.
Paura: come trasformarla in risorsa positiva
La paura deve essere ascoltata
Riconoscere la paura è il primo passo per stare meglio. «La società ci ha fatto credere che emozioni come paura e tristezza siano sinonimo di debolezza. Per questo si diventa adulti respingendo queste sensazioni. Finiamo così per non ascoltarle e non riconoscerle», afferma la psicologa Fontani. Invece è fondamentale dare un nome a certe emozioni soprattutto se, come in questo caso, hanno anche delle ripercussioni sull’organismo come battito cardiaco che accelera, innalzamento della voce, respirazione rapita e irregolare.
Bisogna dare un nome alla paura
Bisogna farsi le domande, ma quelle giuste. Bisogna dare un nome alla minaccia e definirla. Quale evento o circostanza ci fa sentire minacciato? Chi o cosa mi spaventa e perché? Da dove nasce questa mia vulnerabilità? Si tratta solo di ragioni esterne o hanno a che fare con qualcosa di più intimo? «Riuscire a rispondere a queste domande permette di definire la minaccia e dare un nome e un volto precisi alla paura», continua l’esperta e coach emotivo-comportamentale.
Bisogna depotenziare le proprie fobie
A questo punto si può iniziare a dare meno potere alla paura, a depotenziarla, così da imparare a gestire tutte le situazioni. Raggiunta la conoscenza di ciò che ci spaventa, bisogna depotenziarne i meccanismi che ci portano a gestire le situazioni. «Non bisogna scappare dalla paura, ma indebolirla attingendo alla nostra forza interiore».
Praticare la mindfulness per gestire lo stress
La mindfulness può aiutare a gestire la paura in modo efficace. La respirazione profonda, la meditazione e lo yoga permettono, infatti, di ridurre la reattività emotiva di fronte alle situazioni spaventose. Con la pratica si può sviluppare una maggiore resilienza emotiva e affrontare le sfide della vita con fiducia e determinazione.
Tirare fuori il coraggio per sconfiggere la paura
E infine serve un po’ di coraggio. «Ci permette di avere nuovi comportamenti e andare oltre la paura. In più, ci aiuta a esprimere al massimo il nostro potenziale, correndo anche il rischio di sbagliare» conclude l’esperta. L’importante è bloccarsi e vivere ogni giorno in linea con i nostri valori. Questo ci porterà non solo a vincere la paura, ma anche a trasformarla in una forza positiva che ci guida verso scelte migliori.