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Conosciuta, ma poco utilizzata
La pillola anticoncezionale è il contraccettivo più conosciuto dalle ragazze italiane, ma non il più utilizzato. Secondo un’indagine della Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia (SIGO), solo il 16,2% delle italiane sceglie la contraccezione ormonale. Spesso i motivi sono legati a falsi miti: alcune pensano che la pillola faccia ingrassare, faccia venire il tumore o renda meno fertili.
Vari tipi di pillole
Nonostante non sia utilizzata da un’alta percentuale di donne, in commercio si trovano tanti tipi di pillola. Purtroppo, però, come ci spiega il nostro esperto Gianluca Benassi, specialista del “Progetto chirurgia ginecologica, mininvasiva e oncologica” della Casa di Cura “Città Di Parma”, la “pillola perfetta” non esiste. «Ogni donna, in base alle sue caratteristice fisiche e alla sue esigenze, può trovarsi bene con una pillola piuttosto che con un’altra» spiega il ginecologo.
La principale distinzione è tra pillola combinata e minipillola, ma all’interno di ognuna categoria ci sono ulteriori ramificazioni.
Pillola combinata
La pillola combinata è una pillola composta da estrogeni, principali ormoni femminili, e progesterone, ormone femminile prodotto in grandi quantità quando il corpo femminile deve creare le condizioni adatte alla fecondazione.
Tipi di estrogeni
«Le pillole combinate classiche contengono l’etinilestradiolo, un estrogeno più potente di quello che produce in modo naturale la donna» spiega Benassi. «Le nuove pillole combinate, invece, contengono estradiolo, un estrogeno più debole e simile a quello naturale».
Tipi di progesterone
Per quanto riguarda la differenza tra le molecole di progesterone, le variabili possono essere tante. «Sono almeno 15 i progestinici: ognuno ha un effetto diverso a seconda della donna che lo testa. Il suo ruolo è controllare il ciclo mestruale».
Pillola con etinilestradiolo
La differenza tra le pillole combinate classiche e quelle di nuova generazione si gioca sulle ore che possono passare se viene dimenticata una compressa e sui potenziali effetti collaterali. «Con l’etinilestradiolo controllo bene i 28 giorni di blister: se una pillola viene dimenticata, mediamente si hanno 24 ore di tempo per prenderla» spiega l’esperto. «Essendo però un estrogeno più forte di quello prodotto naturalmente, sporadicamente si possono avere effetti collaterali antipatici, come ritenzione idrica, mal di testa, tensione mammaria, aumento di peso». Ovviamente ogni effetto è individuale: ci sono donne che la tollerano senza alcun effetto collaterale. «In questi casi, è la pillola più adatta».
Trombosi e ictus
Oggi la pillola estroprogestinica classica si prescrive un po’ meno. «Il motivo è la paura di un raro effetto collaterale, la trombosi e/o l’ictus. In Italia – sottolinea Benassi – vi è un solo caso di ictus ogni 25.000 donne che assumono la pillola. Le più a rischio sono le donne over 35, fumatrici, ipertese e in sovrappeso. In questi casi, il rischio è fino a 60 volte superiore a una donna normopeso, non fumatrice e giovane».
Pillola con estradiolo
Non tutte, però, tollerano bene l’etinilestradiolo. E così sono nate le pillole più “leggere”, con estrogeno più debole. «Calando di potenza e imitando l’ormone naturalmente prodotto dal corpo femminile, si possono limitare gli effetti collaterali, Tuttavia in alcuni casi si presentano piccoli sanguinamenti inaspettati, lo “spotting”». E se si dimentica una compressa, bisogna rimediare entro 12 ore.
Pillole multifasiche
Le pillole combinate si possono differenziare anche per fasicità, ovvero per quantità di ormone contenuto in ogni singola compressa. Si tratta di un tentativo delle case farmaceutiche di ricalcare esattamente quello che accade in natura. «Le donne non secernono la stessa quantità di ormoni tutti i giorni del mese mestruale – spiega l’esperto – la pillola classica, monofasica, ha una dose uguale tutti i giorni, le bifasiche separano due dosaggi differenti e le plurifasiche hanno un dosaggio diverso per ogni compressa».
Le più diffuse
Le monofasiche sono le più diffuse in commercio perchè, da quando sono state prodotte, le plurifasiche non hanno dato grandi soddisfazioni. «La ricerca va avanti e sta facendo dei progressi. Non si può parlare in termini assoluti della superiorità di uno schema piuttosto che di un altro, perchè dipende dalla paziente. Sicuramente, per assumere pillole multifasiche bisogna essere donne molto precise». E se pensiamo che le europee dimenticano in media due pillole al mese, capiamo perché questo tipo di pillole non hanno avuto grande diffusione.
Meccanismo di azione della pillola combinata
In che modo la pillola tiene lontana la gravidanza? «Per l’80% l’effetto contraccettivo della pillola avviene per azione inibitoria sul sistema nervoso centrale. Somministrando ormoni sintetici all’organismo, si mandano “a riposo” l’ipofisi e l’ipotalamo, le ghiandole che mettono in moto l’ovulazione. Il cervello, infatti, percepisce di avere già gli ormoni di cui l’organismo ha bisogno, e dà ordine alle ovaie di andare a riposo con conseguente blocco dell’ovulazione» spiega l’esperto. In sostanza, il sistema si ferma e sono io, con la pillola, a decidere quali ormoni circoleranno nel mio organismo.
Azione locale
«Il restante 20% è un’azione locale: la pillola rende il muco prodotto dal collo uterino più denso e rende più difficile la risalita degli spermatozoi. A livello cellulare, infine, la pillola abbassa la quantità di recettori per gli ormoni e una gravidanza farà fatica a instaurarsi».
Mestruazioni
Ormai dovrebbero saperlo tutte: le mestruazioni che si hanno con la pillola sono “finte”. «Per 21 (o 24, a seconda dello schema del blister) giorni si assumono estrogeni, che fanno crescere la mucosa endometriale. In associazione c’è il progesterone, ma quando l’assunzione di questo ormone viene sospesa (cioè nei giorni di pillola placebo o di non assunzione della pillola) arriva il ciclo mestruale».
Come in natura
Il crollo del progesterone è il motivo per cui vengono le mestruazioni anche naturalmente. «Dopo l’ovulazione, si forma il corpo luteo, una struttura ovarica che produce progesterone. Dopo una quindicina di giorni dall’ovulazione, il corpo luteo va incontro ad una involuzione spontanea, facendo calare di netto la produzione di questo ormone, e arriva il ciclo». La pillola ricalca lo stesso meccanismo.
Minipillola
La minipillola è conosciuta anche con il nome di pillola progestinica. «Nasce per l’allattamento, quando una donna non può assumere estrogeni perchè passerebbero nel latte e di conseguenza al neonato. Il solo progesterone, invece, si è dimostrato del tutto neutro riguardo a possibili effetti fetali». Le differenze con la combinata sono due: contiene solo progesterone e si assume per 28 giorni di fila, senza interruzioni o placebo.
Meccanismo di azione della minipillola
Il meccanismo contraccettivo è simile alla pillola combinata. «Mancando l’estrogeno il blocco dell’ovulazione è meno accentuato. Tuttavia, nelle donne che assumono progesterone in maniera continuativa tutti i giorni l’ambiente uterino-vaginale diventa estremamente refrattario alla gravidanza e agli spermatozoi» sottolinea Benassi.
Mestruazioni
Chi usa la minipillola in teoria smetterà di avere il ciclo o ne avrà pochissimo. «A livello fisiologico la pillola solo progestinica mette a riposo l’utero con grandissimi benefici in termini di prevenzione: endometriosi, polipi, cefalee ormono-dipendenti, anemie da mestruazioni abbondanti sono tutte situazioni derivanti dall’iper-mestruare tipico della società di oggi, dove le donne fanno meno figli rispetto alle decadi precedenti e conseguentemente mestruano nella loro vita fertile molto di più» spiega l’esperto. «Molte ragazze, però, crescono con l’idea che la mestruazione debba essere perfetta e l’amenorrea viene vista come un problema, non come una cosa positiva».
Pro e contro minipillola
L’assenza di mestruazioni, invece, rientra nei pro della pillola progestinica. «Se una ragazza la tollera bene, la minipillola può essere una ottima opzione: contemporaneamente fa contraccezione, riduce o annulla il ciclo e previene le patologie citate sopra». Se non avesse effetti collaterali, sarebbe la pillola perfetta. Ma uno ce l’ha: «tre ragazze su dieci hanno fenomeni di spotting e la goccia di sangue “a random” può dare fastidio a molte donne. La causa – conclude l’esperto – è la mancanza di estrogeno».
di Giulia Masoero Regis