Sessualità

Contraccettivi: ecco come si comportano i giovani

Nonostante l'alta facilità di reperire informazioni sul web, le ragazze hanno ancora poca conoscenza sulle opzioni contraccetive disponibili

Tale madre, tale figlia

Tale madre, tale figlia

Tra le baby boomers, donne che oggi hanno circa 50-65 anni, e le millenials, che invece hanno 21-29 anni, c’è di mezzo un’intera generazione, ma le conoscenze che hanno sui contraccettivi non sono poi così diverse e al passo con i tempi. A mettere a confronto le due generazioni è una ricerca internazionale condotta da Bayer, che ha intervistato tra novembre 2016 e gennaio 2017 circa 9.000 donne provenienti da nove Paesi europei (tra cui l’Italia). Il dato più importante emerso dal sondaggio è che, nonostante il progresso nel mondo della contraccezione femminile, la maggior parte delle opzioni rimangono ancora sconosciute alle donne appartenenti a entrambe le generazioni.

Chi conosce i LAC?

Chi conosce i LAC?

La metà delle baby boomers dichiara di conoscere bene la spirale al rame, ma meno gli altri contraccettivi ad azione prolungata (i LAC), mentre le millenial dichiarano di sapere poco riguardo al funzionamento dei LAC in generale. Questi contraccettivi comprendono il sistema intrauterino, la spirale in rame e il contraccettivo sottocutaneo (poco diffuso in Italia, ma particolarmente consigliato sia alle donne che hanno già avuto figli e sono sicure di non volere altre gravidanze, sia alle giovanissime: puoi approfondire qui l’argomento).

Gruppo San Donato

La pillola anticoncezionale

La pillola anticoncezionale

Tra le ragazze italiane, in particolare, la pillola rimane il contraccettivo più conosciuto e i timori che hanno le millenials su questo metodo sono gli stessi che hanno e avevano le loro mamme baby boomers. Il 41% delle millenial ha riportato infatti la paura di esposizione a ormoni sintetici come prima barriera all’utilizzo della pillola e il 26% ha il timore di dimenticarsela (se hai questo problema, scopri qui i consigli della ginecologa). Il fatto che la pillola sia conosciuta dalla popolazione femminile, non significa che sia utilizzata in grandi percentuali: l’Italia continua a essere agli ultimi posti nella classifica dei Paesi europei per quanto riguarda l’uso della pillola anticoncezionale (ecco tutti i falsi miti).

Gravidanze indesiderate

Gravidanze indesiderate

Dopo la pillola, i metodi contraccettivi più utilizzati sono il preservativo (che comunque, ricordiamolo, andrebbe usato sempre per proteggersi dalle malattie sessualmente trasmissibili) e il cosiddetto coito interrotto, che, di fatto, espone comunque al rischio di gravidanza. Secondo le stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), il 41% delle 208 milioni di gravidanze annue non è programmato. E l’11% di queste riguarda donne tra i 15 e i 19 anni di età. Che persistano lacune nell’ambito della contraccezione è quindi un dato oggettivo: non solo per mancanza di informazioni, ma anche per mancanza di consapevolezza.

Perché non si usano contraccettivi?

Perché non si usano contraccettivi?

Secondo un altro studio, condotto da Gfk Health e Bayer su 3.013 adolescenti tra i 13 e i 25 anni provenienti da tutto il mondo, il 25% dei ragazzi non usa alcuna contraccezione durante i rapporti sessuali perché ritiene improbabile l’eventualità di una gravidanza, mentre più della metà degli intervistati (57% circa) ha rapporti non protetti per altre ragioni. Molti scelgono volutamente di non utilizzare protezioni e di affidarsi alla fortuna, mentre un 40% dichiara di non aver avuto alcun metodo di contraccezione disponibile al momento del rapporto. Forse è anche per questo che, dal 2015, ovvero da quando si può acquistare senza ricetta, il ricorso alla contraccezione di emergenza (pillola del giorno dopo) è decuplicato.

La scelta del contraccettivo

La scelta del contraccettivo

Ma come si affronta e soprattutto con chi si affronta la scelta del contraccettivo più adatto? Se la metà delle baby boomers riteneva di non possedere le informazioni necessarie per compiere una scelta consapevole, lo stesso problema viene riferito oggi dal 35% delle millenial, nonostante le ragazze di oggi abbiano accesso a più informazioni rispesso al passato (sul web si possono trovare siti autorevoli e affidabili, a partire da quello del Ministero della Salute).

Tanta scelta

«Le millenial sono più fortunate – conferma Rossella Nappi, professore associato della sezione di Clinica Ostetrica e Ginecologica, dipartimento di Scienze Cliniche, Chirurgiche, Diagnostiche e Pediatriche dell’Università degli Studi di Pavia – Hanno più possibilità di scelta anche tra i contraccettivi ad azione prolungata, metodi per i quali non è necessario ricordare l’assunzione. Gli operatori sanitari hanno una grande responsabilità: devono garantire una condivisione attiva delle informazioni e aiutare le donne a identificare il contraccettivo più adeguato».

A chi rivolgersi?

A chi rivolgersi?

Sia le baby boomers che le loro figlie millenial sono poco soddisfatte dal dialogo con gli operatori sanitari per la scelta del contraccettivo più adeguato alle loro esigenze. A chi dovrebbero rivolgersi? «Le millenial – conclude Nappi – si affidano al proprio medico di base, ma fanno fatica ad avere informazioni corrette. Per noi medici è quindi importante impegnarci nel promuovere un confronto positivo con le pazienti per una scelta contraccettiva consapevole».

Giulia Masoero Regis

 

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