Da qualche tempo andare alla ricerca delle proprie eventuali allergie e intolleranze alimentari sembra essere diventata una moda. Devo dire che io, forse, sono stata una pioniera: una decina d’anni fa, infatti, mi sono convinta a sottopormi a uno strano test, basato sulla riduzione della forza e dell’energia muscolare, perché capitava che, dopo i pasti, si manifestasse un po’ di gonfiore addominale, e quindi volevo capire se fosse da attribuirsi a qualche preciso alimento.
Mi sono sottoposta a un esame poco affidabile
Quell’esame aveva stabilito che avevo le due intolleranze più comuni in assoluto: al glutine e al lattosio. Per un paio di mesi ho provato a eliminare dal mio regime alimentare i cibi che li contenevano, ma poiché sono estremamente convinta che il nostro organismo abbia bisogno di tutti i nutrienti fondamentali, li ho reinseriti, con moderazione ed equilibrio. Tanto più che, privandomene, non avevo notato miglioramenti di particolare rilievo.
Poi ho effettuato il test “vero” con gli esami del sangue
Qualche anno dopo ho effettuato un secondo test, più serio, attraverso le analisi del sangue. Ed è stata confermata soltanto l’intolleranza al lattosio. Di eliminare totalmente latte e formaggi, però, non ne volevo sapere, non solo perché mi piacciono molto, ma anche perché non volevo proprio rinunciare alle loro proprietà benefiche, a cominciare dall’apporto di calcio che forniscono.
Prima della pizza prendo gli integratori di lattasi
E allora ho optato in parte per alcune soluzioni sostitutive, come gli alimenti che non contengono lattosio e i tanti tipi di latte vegetali come quello di soia, di riso e di avena, che consumo durante la prima colazione uniti a un goccio di caffè. E, quando mi prende il desiderio di una pizza o di una mozzarella, che dalle mie parti sono davvero ottime, prima del pasto assumo degli integratori di lattasi, vale a dire l’enzima mancante o parzialmente funzionante che aiuta a digerire il lattosio, che si comprano in farmacia. Fortunatamente la mia intolleranza è abbastanza lieve, e l’unica conseguenza è sempre e solo quel gonfiore addominale, che si presenta però quasi più come una conseguenza estetica che non salutistica. E me ne guardo bene dal trasformarla in un problema.
Sono allergica all’acido acetilsalicilico
I problemi che danno le reazioni allergiche, infatti, io li conosco bene perché li ho vissuti sulla mia pelle. Non avevo ancora vent’anni e, un giorno in cui ero leggermente raffreddata, avevo preso un medicinale di quelli che si trovano comunemente in
farmacia, lo stesso che ero solita assumere quando accusavo qualche sintomo di quel genere: una compressa effervescente a base di acido acetilsalicilico. È stato un attimo: improvvisamente ho visto le mie labbra iniziare a gonfiarsi vistosamente,
esternamente e internamente. Poi ho avvertito chiaramente che lo stesso stava accadendo anche alle ghiandole della gola, e infine a quelle dell’inguine. Un processo rapido e molto evidente, che mi ha gettato nel panico.
Via in ospedale!
Sono corsa immediatamente al pronto soccorso accompagnata da mia madre, dove per prima cosa mi hanno chiesto che cosa avessi mangiato: pesce fresco, verdure e ananas, alimenti sani e che consumavo spesso senza problemi. E poi quel farmaco, anche quello, come dicevo, già usato in precedenza senza che avesse mai sortito alcun effetto negativo. L’ultima volta era stato appena sei mesi prima. Ma per i medici è stato un campanello di allarme. Mi hanno praticato immediatamente una flebo di cortisone per alleviare la feroce infiammazione che era in atto. Al termine del pomeriggio stavo già molto meglio e ho potuto tornare tranquillamente a casa, insieme alla loro raccomandazione di effettuare tutte le dovute analisi del sangue.
Dagli esami del sangue è stata confermata l’allergia
Ovviamente ho seguito il consiglio e l’esito è stato proprio quello: ero allergica all’acido acetilsalicilico. E nonostante la sorpresa di quell’allergia manifestatasi così all’improvviso che ancora non mi spiego, non ho mai più voluto rischiare. Da allora, ogni volta che devo prendere un farmaco controllo accuratamente che non contenga quella sostanza. E non ho neppure ripetuto più le analisi del sangue per controllare la situazione. In ogni caso, non lo userei più.
Manuela Arcuri (testimonianza raccolta da Grazia Garlando per OK Salute e Benessere)
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