Tecnicamente si parla di tachicardia posturale ortostatica o semplicemente POTS, quando si vuole indicare l’accelerazione del battito cardiaco che arriva appena ci si alza in piedi. L’impatto sulla qualità della vita è notevole. Il fatto che a essere colpite sono quasi esclusivamente le giovani donne, che sono circa nove pazienti ogni dieci, incide spesso anche sulla loro possibilità di lavorare.
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Quali sono i sintomi della tachicardia posturale ortostatica?
Oltre al cuore che batte all’impazzata, i sintomi più diffusi sono:
- dolore al petto,
- vertigini,
- astenia, quindi importante debolezza,
- dispnea, cioè mancanza di respiro,
- parestesie a mani e piedi,
- sudorazioni eccessive,
- nausea,
- dolori addominali.
Il ruolo del nervo vago nella POTS
I ricercatori dell’Università dell’Oklahoma hanno sperimentato la stimolazione elettrica del nervo vago per verificare la possibilità di controllare la frequenza cardiaca. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista scientifica JACC: Clinical Electrofisiology, pubblicazione dell’American College of Cardiology.
Negli ultimi anni i casi sono in aumento. Ora una ricerca ha messo a punto uno speciale orecchino che, attraverso la stimolazione del nervo vago, sarebbe capace di alleviare i sintomi. Il nervo vago è il più lungo del corpo umano e riveste molte funzioni, tra le quali la regolazione del battito cardiaco, oltre che sulla digestione e sulla frequenza respiratoria.
Un orecchino per la tachicardia posturale ortostatica: come funziona?
Sono partiti proprio da questo gli scienziati che hanno analizzato i dati di un gruppo di giovani donne con un’età media di 34 anni. Sono stati suddivise in due gruppi. Al primo gli esperti hanno inserito una clip sulla cartilagine dell’orecchio con impulso elettrico, al secondo la clip senza impulso.
Gli esperti hanno controllato la POTS sia all’inizio della ricerca, sia due mesi dopo. I ricercatori hanno sottoposto le volontarie anche a elettrocardiogramma e hanno verificato alcuni parametri legati all’infiammazione, tra cui i livelli di citochine nel sangue.
I risultati della ricerca
Le donne con la clip che emetteva impulsi elettrici dopo sessanta giorni di trattamento hanno visto i sintomi della tachicardia posturale diminuire sensibilmente.
L’aumento della frequenza cardiaca per loro è stato in media di 17,6 battiti, quando si alzavano in piedi. Il secondo gruppo ha avuto invece una media di 31,7. Le giovani donne con l’impulso elettrico al nervo vago hanno visto diminuire anche le citochine, che indicano la presenza di un’infiammazione, e l’adrenalina.
I limiti dello studio
Il gruppo di donne coinvolte nello studio è però troppo esiguo, 26, per poter affermare di aver trovato la soluzione per chi soffre di tachicardia posturale ortostatica, anche se i risultati sono promettenti.