Ormoni sì, ormoni no. Per le donne in menopausa è un vero dilemma. Sui giornali si leggono notizie sempre più contraddittorie sulla sicurezza della terapia ormonale sostitutiva, e quando ci si ritrova davanti al medico per decidere, la confusione regna sovrana. Montano le paure, come quella di poter rimanere vittima di un tumore, e così si decide di rifiutare un trattamento che invece potrebbe ridurre il rischio di osteoporosi oltre che sintomi alquanto fastidiosi come le vampate, la secchezza vaginale e i disturbi del sonno. Insomma cos’è la terapia sostitutiva in menopausa?
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Un punto fermo sulla terapia sostitutiva in menopausa
Difficile bilanciare rischi e benefici se non si hanno le giuste informazioni. Un punto chiaro, però, ora lo fissa un ampio studio pubblicato su JAMA dal Brigham and Women’s Hospital di Boston: la terapia ormonale sostitutiva (TOS) non aumenta la mortalità nel lungo periodo.
L’iniziativa Menopausa niente paura
Intanto è partita la campagna nazionale di informazione su questo tema promosso da Ymea con il patrocinio della Società Italiana di Ginecologia ed Ostetricia (S.I.G.O.). Il progetto vero e proprio prenderà il via ad aprile e ha come scopo quello di sensibilizzare le donne sul tema della menopausa, fornire informazioni utili su come affrontarla e offrire risposte ai dubbi più comuni. Nell’ambito di questa iniziativa abbiamo intervistato Daniela Mango, professore associato di Ginecologia e Ostetricia all’Università del Sacro Cuore di Roma.
La menopausa si può prevenire?
La menopausa fa parte della vita di ogni donna che arriva intorno ai 50 anni. In media si entra in menopausa a 51 anni. Dal momento che molte sono le modificazioni a cui l’organismo femminile va incontro con la menopausa, è bene preparare al meglio mente e corpo. Può essere l’occasione per prendersi più cura di se stesse, adottando stili di vita più sani. In particolare è importante ridurre l’apporto alimentare e aumentare l’attività fisica. È inoltre assolutamente consigliata la sospensione del fumo, per contrastare l’aumento del rischio cardiovascolare.