Secondo vari studiosi il linguaggio parlato rappresenta soltanto il 7% delle nostre comunicazioni quotidiane: oltre la metà dei messaggi che inviamo al mondo proviene dal corpo.
E le mani, che del corpo sono la parte più versatile, non stanno mai zitte. Le usiamo per mandare a quel paese, per richiamare l’attenzione di qualcuno, per negare o approvare un evento e le alziamo per arrenderci. E poi sudano quando siamo nervosi, tremano davanti a un pericolo. Le dita tamburellano quando siamo alle prese con un pensiero profondo e arrotolano i capelli se siamo preoccupati.
I gesti dicono più di mille parole. «Uno studio recente ha dimostrato che le aree del cervello deputate a elaborare il linguaggio sono coinvolte anche nei movimenti delle mani», spiega Spencer Kelly, neuroscienziato della Colgate University, negli Usa. «È come se ci fosse un cabina di regia unica a livello della corteccia premotoria, che integra e coordina la parola e il gesto. I protagonisti di questa integrazione sono i cosiddetti neuroni specchio. È stato osservato che si attivano quando si compie un’azione con le mani, quando la si osserva compiuta da altri (rispecchiano il comportamento dell’ osservato), ma anche nell’ elaborazione del linguaggio».
Perché gesticoliamo? «Lo scopo è rendere la comunicazione più efficace e coerente», dice Vera Birkenbihl, psicologa e fondatrice dell’Institute for Brain Friendly Procedures di Odelzhausen, in Germania. «Non sempre, però, il sistema funziona come dovrebbe: ci sono persone che a parole dicono una cosa e con le mani l’opposto».
Aggiunge Birkenbihl: «Le mani tradiscono le emozioni più di quanto si pensi. Spesso non ce ne accorgiamo: come quando, pur volendo mostrare indifferenza verso qualcuno, portiamo le mani involontariamente alla testa e ci accarezziamo i capelli».
Lisciarsi la chioma è uno dei messaggi di seduzione più forte. E questo chi ci sta davanti lo percepisce al volo, anche se magari non ne è consapevole.
GUARDA i cinque tipi principali di gesti che si compiono con le mani.
Massimo Barberi – OK La salute prima di tutto
Ultimo aggiornamento: 22 gennaio 2010