Giuseppe e Lorenza, che fino a qualche giorno fa erano marito e moglie, se ne sono andati a poche ora di distanza. A separarli per sempre, però, non è stata una semplice coincidenza come si pensava inizialmente, ma l’ingestione di colchicina, una pianta altamente tossica scambiata per zafferano.
Il fatto
I coniugi veneti stavano trascorrendo alcuni giorni di vacanza a Folgaria, dove, durante una passeggiata nei boschi, hanno raccolto la pianta mortale, pensando fosse zafferano. Una volta a casa, i due hanno utilizzato la colchicina per la preparazione del classico risotto alla milanese e, subito dopo aver mangiato, l’uomo è stato colto da malore ed è deceduto in pochi minuti. Si pensava si trattasse di un arresto cardiaco ma l’ipotesi è stata smentita pochi giorni dopo quando anche la moglie ha iniziato a sentirsi male. La donna è stata ricoverata nel reparto di terapia intensiva all’Ospedale di Piove di Sacco, dove i medici hanno riconosciuto i sintomi dell’avvelenamento che, tuttavia, non ha lasciato scampo alla veneta. L’autopsia, già svolta sul corpo del marito, ha confermato l’ipotesi dello staff medico: a uccidere l’uomo è stata la colchicina. Ora si attende l’esame del medico legale anche sul corpo della moglie.
Cos’è la colchicina
La colchicina, che spesso viene chiamata “zafferano bastardo” per la sua somiglianza con il fiore utilizzato in cucina, è una pianta erbacea di colore rosa-violaceo che fiorisce tra agosto e settembre e cresce spontaneamente lungo i ruscelli e nei boschi. In Italia si trova soprattutto nelle zone alpine e prealpine, fino a 2000 metri, ed è rara sugli Appennini.
È un’erba molto velenosa
La colchicina è estremamente velenosa tanto che anche il Ministero della Salute l’ha inserita nella lista delle erbe proibite, vietandone l’uso negli integratori alimentari e nei prodotti erboristici. Se il fiore viene toccato, possono insorgere danni alla pelle, se invece viene ingerito, si verifica un avvelenamento vero e proprio: questa intossicazione, che poi porta al decesso, si manifesta con bruciore alle mucose, vomito, coliche, crampi addominali, diarrea, delirio e perdita di conoscenza. La morte può sopraggiungere entro 48 ore ma in alcuni casi anche più tardi perché gli effetti della colchicina possono portare a complicanze neurologiche e al sangue.
La differenza tra zafferano e colchicina
Il fiore dello zafferano e quello della colchicina possono essere confusi perché sono molto simili. Tuttavia, esiste una differenza che consente di distinguerli: il fiore colchico ha sei stami mentre quello dello zafferano ne ha tre. Ma questo non basta per raccogliere e cucinare la pianta in totale tranquillità: se non si conoscono appieno le differenze, meglio lasciar perdere.
La colchicina è usata per curare la gotta
La colchicina, però, non è solo dannosa. Con questa erba viene prodotto un farmaco utilizzato per curare la gotta. Per i suoi potenziali effetti nocivi, viene prescritto sotto strettissimo controllo medico ed è somministrata in bassissime dosi. Clicca qui per scoprire cause, sintomi e cure della gotta.
Chiara Caretoni
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