Quei tre anni e mezzo d’attesa per una visita oculistica, indicati sul ticket di prenotazione di un paziente di 64 anni di Bergamo, che aveva fissato il controllo tramite il Sistema sanitario regionale, sono tanti. Troppi. Ci si rassegna ad aspettare se i disturbi sono lievi, ma se – per dire – c’è il sospetto di un distacco di retina, cosa si fa? E quando gli accertamenti si devono effettuare con urgenza, in presenza di sintomi rilevanti, fino a che punto si può temporeggiare?
Il nostro Sistema sanitario nazionale – un’eccellenza riconosciuta in tutto il mondo per l’equità e la qualità dei servizi offerti a fronte di costi decisamente contenuti a carico dei contribuenti – poco alla volta si sta avvicinando al modello americano, dove si prevede che ogni cittadino si debba dotare a proprie spese di assicurazione sanitaria fin dalla nascita. Secondo un’indagine del portale Facile.it, a novembre 2021 erano 3,6 milioni (circa il 6% della popolazione) gli italiani che avevano sottoscritto per la prima volta una polizza salute e/o infortuni, portando a quasi 16 milioni il numero dei connazionali provvisti di assistenza sanitaria privata, e il trend dei nuovi contratti è tuttora in crescita.
Oggi, del resto, si calcola che quasi il 40% degli italiani soffra di una patologia cronica, mentre l’allungamento dell’aspettativa di vita e il calo della natalità stanno avendo un forte impatto sull’invecchiamento della popolazione, che per il 25% ha più 65 anni: di qui l’esigenza di tutelarsi con strumenti facoltativi – molti sono proposti anche dalle casse professionali e dai datori di lavoro ai dipendenti – che integrino i servizi del Ssn fornendo una copertura aggiuntiva. Da estendere, volendo, anche al nucleo familiare.
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Assicurazione sanitaria: gli elementi da valutare
«Prima di sottoscrivere un contratto di assicurazione per salute e infortuni ci sono vari elementi da valutare, eventualmente anche con l’assistenza di un medico e di un legale», dice Vincenzo Laudadio, avvocato membro dell’ufficio direttivo di Adusbef, l’Associazione difesa utenti servizi bancari finanziari postali e assicurativi, e vicepresidente di Adusbef Puglia.
Cosa include la copertura?
«Intanto occorre verificare che cosa include la copertura dell’assicurazione sanitaria; spesso le offerte standard contemplano rimborsi in caso di incidenti quali fratture, lesioni, cadute, piccoli interventi chirurgici, diagnostica di routine e screening, ricoveri in ospedale, diaria, talvolta un check up annuale di base, altre ancora visite specialistiche. In aggiunta, e con un adeguamento del premio, si possono prevedere coperture ad esempio per l’acquisto di apparecchi acustici. Molto più rare, almeno in Italia, le polizze che coprono le cure odontoiatriche. Discorso a parte meritano le polizze per la sostituzione di lenti occhiali in caso di rottura accidentale, spesso offerte dai produttori stessi. Alcune assicurazioni sanitarie, infine, rispondono anche per le terapie riabilitative di ultima generazione, per le cure termali e la psicoterapia, oltre che per la degenza in camera privata e l’assistenza domiciliare post operatoria».
Rischi coperti ed esclusioni: occhio alle eccezioni
Il contratto dell’assicurazione sanitaria dovrà indicare in maniera chiara quali sono i rischi coperti e in occasione di quale evento, e la relativa quota di premio indicata a copertura dello specifico rischio o della specifica clausola. «Particolare attenzione, se possibile persino superiore a quella dedicata alle coperture, va riservata alle esclusioni; in particolare, bisogna leggere con attenzione le clausole che hanno per oggetto i rischi esclusi, anche quando sono conseguenza dell’incidente», prosegue l’avvocato.
«Può infatti accadere che la compagnia si esima dal coprire una certa tipologia di intervento o la diaria ospedaliera o che risponda degli infortuni solo se si svolgono in un determinato contesto, per esempio professionale o sportivo, o escluda alcuni tipi di lesioni, per esempio si rimborsano le spese per una frattura ma solo se è stata trattata chirurgicamente e non con la sola steccatura. In certi casi, inoltre, il contratto vincola la copertura al fatto che le analisi, le terapie o gli interventi vengano effettuati solo nelle strutture convenzionate con l’assicurazione; talora, invece, se il contraente sceglie un centro o un medico di sua fiducia, l’assicurazione interverrà con percentuali di rimborso diverse». Tutte queste clausole sono l’essenza stessa della polizza in quanto, in caso di necessità dell’assicurato, potranno portare a escludere i rimborsi dell’assicurazione e la copertura stessa.
Prima della stipula dell’assicurazione sanitaria è utile il check up
Per sottoscrivere un’assicurazione sanitaria individuale (quindi al di fuori di quelle di categoria professionale), in genere di deve compilare un questionario dettagliato relativo al proprio stato di salute, impegnandosi a comunicare alla compagnia non solo ogni disturbo preesistente, ma anche l’insorgere di eventuali patologie durante il periodo di copertura.
«In Italia non c’è ancora un obbligo di sottoporsi a check up prima della stipula, ma se ne sta discutendo», prosegue Laudadio. «Tuttavia, per mettersi al riparo da possibili contestazioni ed evitare che la controparte invalidi la copertura a posteriori, è consigliabile eseguire a proprie spese una batteria di esami da scegliere in base agli standard di diligenza media e tenendo conto dell’età e dell’eventuale familiarità per malattie specifiche. Lo screening preventivo è un onere dell’assicurando, ma può essere richiesto più di frequente dalle compagnie a mano a mano che si procede con l’età».
Condizioni per assicurarsi
Non sono in ogni caso assicurabili le persone affette da alcolismo, tossicodipendenza, Aids, gli individui sieropositivi per Hiv o affetti da infermità mentali o da epilessia. Quanto al profilo anagrafico, «rientra nella discrezionalità delle parti decidere se assicurare una persona già avanti con gli anni o in presenza di patologie, ovviamente a fronte di premi che potrebbero essere molto alti», aggiunge l’esperto.
«In linea generale, l’età massima dell’assicurato è di 80 anni, e molte polizze per la malattia limitano l’ingresso a 64-65 anni. L’assicurazione malattie e infortuni si rinnova di anno in anno e, nei termini indicati prima della scadenza del contratto, si può rinegoziare, sia per il contraente principale che per il nucleo familiare, aggiornando sempre la compagnia sugli eventuali cambiamenti intervenuti, o per l’aggravamento o per la diminuzione del rischio».
Assicurazione sanitaria: termini, documentazione e clausole da non accettare
È poi essenziale conoscere il termine – di solito tre giorni o pochi mesi (a seconda dell’evento dedotto in polizza) – entro il quale comunicare il verificarsi del sinistro o la necessità di sottoporsi a un intervento chirurgico, pena la decadenza dalla copertura, e bisogna capire quali sono le modalità per fare la denuncia. «In genere per la notifica di apertura del sinistro si utilizza la classica raccomandata con ricevuta di ritorno, ma oggi è sempre più diffusa la posta certificata», continua Laudadio. «Attenzione anche alla documentazione da allegare: l’assicurato ha il diritto di conservare tutti gli originali – in particolare la cartella clinica – e di consegnare alla assicurazione solo le copie».
Sul versante economico si vaglierà il massimale, e cioè «la somma massima che la compagnia è disposta a liquidare in caso di sinistro durante il periodo di vigenza della polizza», spiega il referente di Adusbef. «Una clausola da non firmare mai è quella che riguarda la riduzione del massimale. Per legge è vietato rinunciare a priori alla copertura degli infortuni e, di fatto, si tratta di clausole vessatorie che andrebbero sottoposte al vaglio di un esperto prima di firmare il contratto».
Altre clausole da valutare con cura, soprattutto nelle polizze infortuni, riguardano la prescrizione del diritto all’indennizzo, pari a un anno dal giorno in cui si è verificato l’evento lesivo o dalla data di denuncia del sinistro o da un’eventuale successiva interruzione dei termini di prescrizione, che avviene – ad esempio – quando è richiesta una perizia medica. Il caso tipico in cui si richiede il consulto è quello in cui dall’infortunio derivino postumi di invalidità di carattere permanente.
Franchigia: è più alta quando il premio è basso
«La franchigia è la cifra al di sotto della quale l’assicurazione non risponde in caso di infortunio e che comunque si detrae dal totale del rimborso», chiarisce l’avvocato. «In genere, più alta è la franchigia e più basso sarà il costo della polizza. L’assenza di una franchigia pone a carico dell’assicurazione tutti i costi, mentre una franchigia medio-alta, per esempio intorno ai 250-350 euro – ma si arriva oltre a mille – fa ricadere sull’assicurato gran parte delle spese sostenute per piccoli infortuni o trattamenti sanitari non particolarmente onerosi».
Da ultimo, vale la pena ricordare che è possibile portare in detrazione dall’Irpef il 19% delle spese sanitarie sostenute (incluse le polizze) per la parte eccedente la franchigia di 129,11 euro. Nel complesso, i premi assicurativi versati sono deducibili dal reddito nel limite massimo di 3.615,20 euro.
Una copertura ad hoc per chi viaggia
Alcune compagnie propongono l’estensione della copertura assicurativa per infortuni e malattia in caso di trasferta. Questa possibilità dev’essere espressamente prevista nel contratto o, in alternativa, si può stipulare una polizza ad hoc quando si programma un viaggio.
È un’opportunità da prendere in considerazione soprattutto se ci si reca in Paesi dove le cure sanitarie sono particolarmente onerose – è il caso, per esempio, degli Stati Uniti e del Canada – e in genere comprende, per tutta la durata del soggiorno, l’assistenza medica 7 giorni su 7 e H24 (talora anche con la presenza di un traduttore) e copre i costi per l’acquisto di farmaci, l’esecuzione di analisi e l’accesso a visite specialistiche, la degenza in ospedali e cliniche, l’organizzazione del viaggio di rientro in patria dell’assicurato e anche la trasferta di un familiare, qualora si renda necessario un intervento chirurgico e sia richiesta l’assistenza di un congiunto.
Così come avviene in patria, il pagamento delle spese sanitarie all’estero è in genere sostenuto direttamente dall’assicurazione, ma in alcuni casi provvede il contraente, che poi otterrà il rimborso. In ogni caso, «si devono sempre leggere le clausole che riguardano i tempi e i modi di comunicazione alla compagnia assicuratrice dell’infortunio o della malattia sopravvenuti durante il viaggio, pena la decadenza dalla copertura», avverte l’avvocato Vincenzo Laudadio. Va da sé che bisognerebbe sempre mettere in valigia una copia della polizza (anche in lingua inglese).
Il futuro sarà sempre più phygital
Il Covid-19 ha accelerato i processi di dematerializzazione delle cure mediche, in modo particolare per i malati cronici, che peraltro già prima della pandemia avevano difficoltà a raggiungere strutture sanitarie per esami e visite di controllo. È anche per questo che molte compagnie hanno iniziato a proporre pacchetti sanitari di natura phygital, e cioè con un’offerta ibrida fra assistenza tradizionale e da remoto.
Le formule di ultima generazione prevedono teleconsulti, cartella clinica digitale, assistenza domiciliare. Ma anche servizi di consegna farmaci a domicilio e di supporto nel pre e post-ricovero. E poi accesso a chatbot capaci di guidare il paziente verso il centro diagnostico più vicino.
Uno studio dal titolo Tech in insurance & health: l’opportunità di una trasformazione digitale integrata, pubblicato nel 2022 da EY e Italian Insurtech Association evidenzia che le polizze sanitarie del futuro contempleranno offerte sempre più integrate e smart, garantendo agli assicurati di poter usufruire di un sistema di prestazioni in cui operatori sanitari pubblici e privati, health tech e compagnie assicurative opereranno in modo sinergico per tagliare i costi, ridurre le liste d’attesa e offrire servizi di prevenzione e copertura dei rischi sempre più performanti.