La diagnosi del tumore dell’ovaio potrebbe cambiare definitivamente. Uno studio italiano svolto dal centro di ricerca dell’Humanitas di Rozzano, alle porte di Milano, ha scoperto un metodo per permettere l’individuazione di alterazioni molecolari specifiche per questo tumore.
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Diagnosi del tumore dell’ovaio: la genetica può dirci anni prima se avremo un cancro alle ovaie
I ricercatori hanno dimostrato che utilizzando tecniche di analisi genomica si possa predire con diversi anni di anticipo lo sviluppo del cancro dell’ovaio, prima ancora che si possano manifestare i primi sintomi della malattia.
Queste alterazioni molecolari possono essere individuate anche nei tamponi che si usano durante il Pap Test, l’esame di screening più usato durante le visite ginecologiche. Si possono leggere i risultati sulla rivista scientifica Science Translational Medicine.
Nei tamponi del Pap Test le tracce delle alterazioni genetiche
Il gruppo di studio ha messo sotto la lente di ingrandimento i tamponi del Pap Test di 113 donne, che hanno sviluppato il tumore dell’ovaio. Gli esperti hanno scoperto che l’alterazione genetica era evidente già fino a nove anni prima della diagnosi di cancro. La ricerca ha chiarito così che già nelle prime fasi del processo di trasformazione tumorale, il Dna delle cellule cancerose ha già profonde anomalie che con queste tecniche genetiche possono essere individuate.
I numeri del tumore dell’ovaio in Italia
Il tumore dell’ovaio colpisce solo nel nostro Paese 5.200 donne ogni anno. Rappresenta quindi il 3% di tutte le diagnosi di tumore. Uno dei principali problemi legati a questo tipo di cancro, sta proprio nel ritardo della diagnosi. Il tumore dell’ovaio non manifesta sintomi agli esordi della malattia, o perlomeno non manifesta sintomi specifici. In più, quando ha sintomi sono aspecifici, nel senso che potrebbero essere legati a moltissime condizioni o ad altre malattie.
Quali sono i campanelli d’allarme?
Ci sono tre campanelli di allarme però che dovrebbero spingere le donne ad andare da uno specialista:
- gonfiore all’addome,
- meteorismo,
- frequente necessità di urinare.
Ci possono essere anche:
- dolore addominale o pelvico,
- stipsi o diarrea,
- stanchezza,
- sanguinamento vaginale.
Quando la malattia è in fasi avanzate potremo avere:
- nausea,
- perdita di appetito,
- pienezza dopo aver mangiato appena un boccone.
Quali sono i tassi di sopravvivenza? Perché sono così bassi?
A causa del ritardo nella diagnosi questo tumore ha una percentuale di sopravvivenza a 5 anni del 40 per cento. Fortunatamente questo dato sta migliorando, grazie proprio alla ricerca scientifica.
Gli autori dello studio italiano spiegano che ora, applicando tecniche di analisi genomica ai tamponi del Pap Test sarà possibile verificare l’instabilità genomica. Si potrà quindi cominciare subito un percorso terapeutico.