Quali sono i fattori di rischio del tumore allo stomaco? Parte il progetto Gastroscreening, un test di primo livello per il primo screening in Europa per la diagnosi precoce di questo tumore. L’iniziativa è promossa da RicerChiAmo Onlus, che sostiene la ricerca scientifica sui tumori dell’apparato digerente.
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Quali sono i numeri in Italia?
In Italia si contano 14.100 casi all’anno. Solo meno del 20% riesce a essere identificato agli esordi. Questo è uno dei motivi per cui la sopravvivenza a 5 anni è ancora bassa: 35% per le donne e 30% per gli uomini, che sono i più colpiti.
Fattori di rischio del tumore allo stomaco: i due più importanti
La buona notizia è che i casi sono in diminuzione negli ultimi anni. La ragione va individuata ai miglioramenti nella diagnosi e all’eradicazione attraverso la somministrazione di antibiotici dell’Helicobacter pylori, il principale fattore di rischio infettivo. Un altro fattore di rischio molto importante è il fumo di sigaretta. Si calcola per i fumatori un aumento del 40% circa del rischio di sviluppare un cancro dello stomaco.
I 7 fattori di rischio del tumore allo stomaco oltre all’Helicbacter e al fumo
I 7 segnali di allarme a cui prestare particolare attenzione sono:
- dimagrimento superiore al 10% del peso corporeo negli ultimi 2 mesi senza motivo,
- vomito con sangue,
- evacuazione di feci nere per la presenza di sangue,
- dolore notturno alla bocca dello stomaco,
- masse palpabili nell’addome,
- valori anomali dell’anemia microcitica ipocromica identificati con un esame del sangue,
- difficoltà nella deglutizione del cibo.
In cosa consiste il progetto Gastroscreening?
Gastroscreening prevede un questionario con 38 domande, chiamato GastroFORM. Nella parte sperimentale è stato sottoposto a circa 5.000 persone tra i 40 e gli 80 anni. Tra loro a 622 gli esperti hanno suggerito di procedere a una gastroscopia, per verificare la presenza di lesioni precancerose o cancerose.
Dopo la fase di sperimentazione, ora gli esperti affineranno il questionario. Al progetto collaborano l’Università di Verona, l’Università di Brescia e l’Istituto Mario Negri di Milano.
L’obiettivo è avere la validazione clinica del questionario. Alcuni centri di endoscopia digestiva sottoporranno il questionario ai propri pazienti, prima che si sottopongano a gastroscopie.