Le nuove linee guida per la diagnosi della Malattia di Crohn potrebbero evitare molte delle procedure invasive spesso utilizzate per identificare la patologia. Si possono leggere le nuove indicazioni sulla rivista scientifica Gastroenterology AGA.
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Diagnosi della Malattia di Crohn: esami del sangue e delle feci a caccia di biomarcatori, invece di colonscopie
Gli esperti raccomandano di usare il biomarcatore della proteina C-reactive (CRP) negli esami del sangue e il biomarcatore della calprotectina fecale in quelli delle feci. In questo modo sarà possibile misurare i livelli di infiammazione e capire il grado di severità della Malattia di Crohn.
Ogni quanto verificare i biomarcatori per la corretta diagnosi della Malattia di Crohn?
I sintomi che manifestano i pazienti non corrispondono sempre agli esiti degli esami endoscopici, come la colonscopia. I biomarcatori possono rappresentare uno strumento utile per capire e monitorare lo stato dell’infiammazione e guidare le decisioni dei medici e dei pazienti.
- I pazienti in remissione devono controllare questi biomarcatori ogni sei o dodici mesi a seconda della situazione.
- Chi invece si trova nella fase attiva della patologia deve sottoporsi agli esami ogni due o quattro mesi.
In questo modo i pazienti potranno evitare numerose colonscopie, che sono un esame particolarmente invasivo.
Finora i biomarcatori erano considerati un trattamento sperimentale
Da questo momento quindi i biomarcatori non devono essere più considerati sperimentali ed entrano a pieno titolo nell’elenco degli strumenti di diagnosi per le malattie infiammatorie dell’intestino.
- Oltre a non essere invasivi,
- i biomarcatori sono più facilmente disponibili,
- economicamente molto più abbordabili,
- possono essere ripetuti anche a breve distanza.
Casi in aumento in Italia
La Malattia di Crohn è un tipo di infiammazione cronica dell’intestino che, come suggerisce la famiglia di patologie a cui appartiene, causa irritazione e infiammazione nel tratto digestivo. In genere colpisce il piccolo intestino e l’inizio del grande intestino, anche se poi può colpire tutto l’apparato, partendo dalla bocca fino a raggiungere l’ano. Si tratta di una malattia che interessa più di 100.000 persone solo nel nostro Paese.