Ansia e adolescenti. Una vera epidemia sta colpendo i ragazzi italiani. In occasione della Giornata Internazionale dell’Infanzia e dell’Adolescenza del 20 novembre, Telefono Azzurro ha presentato “Il futuro dell’infanzia tra nuovi scenari e risposte concrete”, un’indagine su 800 ragazzi tra i 12 e i 18 anni. Ma c’è di più. Il 30% di coloro che soffrono di ansia prova vergogna a parlarne con amici, genitori ed esperti.
I dati sono preoccupanti. Nel periodo della vita che dovrebbe essere dorato, solo il 41% si è sentito felice nelle ultime due settimane, mentre il 20% ha detto di provare ansia. Infine 6 su 100 si sono definiti tristi. Appena il 39% parla nella vita di tutti i giorni di benessere mentale.
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Ansia e adolescenti: quali sono le principali difficoltà secondo i ragazzi?
Il principale problema dei teenager secondo loro stessi è la dipendenza da internet e dai social network. Più della metà del campione intervistato – in termini percentuali il 52% – trova che sia una vera e propria questione che peggiora la qualità della vita. È la solitudine che spingerebbe i ragazzi a rifugiarsi nella Rete. Un dato su tutti: gli adolescenti passano almeno tre ore al giorno a chattare sui vari social network. Molti di loro ammettono che solo a fatica potrebbero farne a meno.
Gli adolescenti vorrebbero parlarne di più anche a scuola e in famiglia
Per il 41% una questione importante è la mancanza di autostima, mentre il 40% segnala che vivono con disagio le relazioni con gli adulti. Il disagio è così sentito che più di 4 ogni 10 dei ragazzi pensano che occorrerebbe insegnare ai genitori il metodo per stare vicino ai figli che hanno problemi psicologici. Il 39% degli adolescenti vorrebbe che anche a scuola si potesse parlare di salute mentale.
Ansia e adolescenti: con chi preferiscono confrontarsi i ragazzi?
Con chi parlare del proprio disagio mentale? I ragazzi vedono ancora i genitori in cima ai punti di riferimento. Il 74% di loro parlerebbe con i propri familiari se dovesse soffrire di problemi psicologici. La rete affettiva rimane il riferimento in caso di malessere psicologico. Il 38% sceglierebbe gli amici. Solo il 26% si rivolgerebbe a un professionista, come uno psicoterapeuta. Poca fiducia negli strumenti messi a disposizione dalla scuola: appena l’11% cercherebbe un aiuto con insegnanti e presidi.
Chiedere aiuto per la salute mentale è ancora visto come una vergogna
Il dato che preoccupa è che nonostante le campagne di ministero della Salute e di molte associazioni, usando anche testimonial famosi tra i ragazzi, ancora un adolescente su tre si vergona di chiedere aiuto a un esperto di salute mentale. La paura è quella di poter essere giudicato da amici e parenti.
Anche i dati che arrivano dalla linea di Ascolto 19696 sono preoccupanti, con quattro casi al giorno in media legati ai problemi di salute mentale. “Nell’ultimo anno abbiamo visto aumentare le richieste di aiuto legate alla salute mentale – spiega Ernesto Caffo, presidente di Telefono Azzurro – la velocità trasformativa del digitale ha modificato lo sviluppo cognitivo ed emotivo dei ragazzi che si trovano a gestire, spesso soli, forme di difficoltà e di disagio”.