Salute

Artrite reumatoide: ecco le professioni più a rischio

Dal muratore all'infermiera, articolazioni in pericolo per quei lavoratori predisposti alla malattia che fanno sforzi fisici, movimenti ripetitivi e che sono esposti a sostanze nocive

Magazziniere, elettricista, muratore, infermiera. Ecco alcune delle professioni che possono aumentare il rischio di artrite reumatoide, almeno nei soggetti già predisposti verso questa malattia autoimmunitaria che infiamma le articolazioni. La colpa è da ricercare nell’attività stessa e nell’ambiente di lavoro, dove le persone possono essere esposte a particolari fattori di rischio, come certe sostanze nocive presenti nell’aria, che possono “risvegliare” in malo modo il sistema immunitario causando una reazione dannosa. Lo dimostra uno studio pubblicato su Arthritis Care & Research dal Karolinska Institutet di Stoccolma.

Lo studio

I ricercatori, coordinati da Anna Ilar, hanno preso in esame i dati relativi a più di 3.500 malati di artrite reumatoide e li hanno messi a confronto con quelli di oltre 5.500 individui sani, tutti arruolati nel grande studio epidemiologico svedese EIRA (Epidemiological Investigation of Rheumatoid Arthritis). Gli esperti, in particolare, sono andati a valutare i fattori di rischio genetici, ambientali e immunologici a cui queste persone erano state esposte, secondo quanto emerso da interviste ed esami del sangue eseguiti tra il 1996 e il 2014.

Gruppo San Donato

I risultati

Dall’analisi è emerso che gli uomini che hanno più probabilità di ammalarsi di artrite sono quelli impiegati nel settore manifatturiero: il rischio sarebbe raddoppiato per elettricisti, elettrotecnici e magazzinieri, e addirittura triplicato per muratori e addetti alle impastatrici di calcestruzzo nei cantieri. Tra le donne lavoratrici, infermiere e assistenti hanno un rischio leggermente più alto di ammalarsi; a differenza del sesso maschile, non si sono rilevate particolari criticità nel settore manifatturiero, ma forse questo è dovuto al basso numero di donne impiegate.

Le sostanze pericolose

«Il nostro studio indica che fattori legati all’attività lavorativa, come l’esposizione a sostanze volatili nocive, potrebbero contribuire allo sviluppo della malattia», commenta Ilar. «E’ importante che le scoperte relative ai fattori di rischio prevenibili vengano comunicate ai lavoratori e ai decisori in modo da prevenire la malattia riducendo o eliminando i fattori di rischio noti». Ulteriori ricerche serviranno a individuare esattamente le sostanze nocive più pericolose: tra i “sospettati” ci sono la silice, l’amianto, i solventi organici e i gas di scarico.

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