Una ricerca della prestigiosa Scuola Normale Superiore di Parigi dimostra come sia possibile, ma ad alcune condizioni.
Possibile solo in alcuni momenti
I risultati di questo studio, che sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Nature Communications, spiegano appunto che in alcuni momenti del riposo il nostro cervello sia in grado di immagazzinare nuove informazioni.
Sonno e memoria sono strettamente legati
Ormai è un dato scientificamente acquisito che la memoria ha bisogno del sonno per potersi sedimentare, anche se non è ancora chiaro come il sonno organizza i ricordi. Studi precedenti sulla possibilità di apprendere mentre si dorme, hanno dato risultati contrastanti.
Fasi del sonno e attività del cervello
I ricercatori francesi sono partiti dal presupposto che le diverse fasi del sonno sono caratterizzate da altrettanti diversi tipi di attività cerebrale. In pratica in alcune è possibile imparare in altre no.
La ricerca
Per verificare questa ipotesi, gli autori dello studio hanno sottoposto alcune persone a un test. I partecipanti venivano fatti addormentare e durante il sonno venivano sottoposti a sequenze di suoni. Al risveglio è stato chiesto loro di riconoscere i suoni ascoltati. I risultati del test hanno confermato che l’apprendimento avviene solo in alcune fasi del sonno.
Le due fasi
Il sonno infatti non è costante, ma costituito di cicli, in cui si alternano due fasi:
– REM, accompagnata da sogni e caratterizzata da movimenti rapidi degli occhi;
– NREM, non legata al movimento rapido degli occhi e composta a sua volta da diversi stadi in cui il sonno diventa via via più profondo.
Si impara nella fase NREM
I ricercatori hanno potuto constatare una nitida distinzione tra il sonno NREM leggero, durante il quale l’apprendimento è ancora possibile, e il sonno profondo NREM durante il quale l’apprendimento è inibito.
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