Undici persone con asma grave si sono messe in gioco per scrivere del loro vissuto con la patologia e hanno partecipato al corso “Scrivere di sé”, realizzato in collaborazione con Scuola Holden, coordinato dal docente e scrittore Alessio Romano.
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Il primo romanzo collettivo che racconta l’asma grave
È nato così il primo romanzo collettivo dal titolo Dottore ho l’asma. È grave?, un’iniziativa realizzata nell’ambito dell’omonima campagna, promossa da AAIITO – Associazione Allergologi Immunologi Italiani Territoriali e Ospedalieri con il patrocinio di Federasma e Allergie Onlus, in collaborazione con Respiriamo Insieme e Associazione Asma Grave.
A dare un ulteriore contributo ai racconti anche la giovane creator e illustratrice digitale Beatrice Fanzaga, in arte Gra.phichette, che ha saputo cogliere i dettagli di ogni storia, donando un carattere visivo di impatto e di originalità. Il libro, scaricabile dal sito dottoreasmagrave.it, è nato per sperimentare il potere terapeutico della narrazione e per superare il profondo impatto che l’asma grave esercita su tutti gli aspetti della vita dei pazienti, generando frustrazione, angoscia, ma anche incomprensione e pregiudizi.
Bisogna sempre trovare il modo di parlare di asma
«In Italia soffrono di asma circa due milioni e mezzo di persone e di queste uno su venti soffre di una forma grave, che condiziona seriamente la qualità della vita» spiega Lorenzo Cecchi, Presidente Associazione degli Allergologi e Immunologi Italiani Territoriali e Ospedalieri (AAIITO).
«Oggi, però, con l’introduzione dei farmaci biologici siamo in grado di trattare questi pazienti molto bene e possiamo ridurre quegli aspetti molto importanti, cioè l’utilizzo di cortisonici e le riacutizzazioni. Possiamo senz’altro dire che siamo entrati in una nuova era del trattamento dell’asma grave, che ha permesso ai pazienti di riprendere molto spesso una vita normale. Rimane però vitale proseguire anche con la prevenzione, attraverso le misure di educazione sanitaria e sociale, necessarie a correggere gli stili di vita che tendono a far peggiorare l’asma. Seppur sia una patologia diffusa bisogna trovare sempre il modo per parlarne e farla conoscere».