Con il grande caldo cresce la voglia di bere una bibita ghiacciata o mangiare un gelato, ma che tortura per chi soffre di denti sensibili! Basta un piccolo assaggio per scatenare dolori lancinanti che arrivano dritti al cervello come un cazzotto.
La sensibilità dentinale
Colpa dell’esposizione della parte più morbida del dente che si trova sotto lo smalto, la dentina: questo tessuto presenta microscopici tubuli che, una volta scoperti, permettono ai cibi e ai liquidi caldi e freddi che ingeriamo di entrare in diretto contatto con le terminazioni nervose del dente, generando forti dolori. Le cause della sensibilità dentinale possono essere diverse: dal digrignamento dei denti allo spazzolamento troppo vigoroso, fino alla recessione delle gengive. E come se non bastasse, oltre che togliere il piacere di una bibita gelata, questo problema può anche aumentare il rischio di carie.
Come proteggere i denti
Fortunatamente, su consiglio del dentista, è possibile ricorrere a diverse soluzioni: ad esempio si possono “stuccare” i denti con un particolare minerale, l’idrossiapatite, che indurisce lo smalto proteggendo la dentina. Il punto è che questa sostanza non è particolarmente resistente e col tempo tende a perdersi a causa dello spazzolamento, del digrignamento dei denti e dell’erosione provocata dai cibi acidi e dai batteri che causano la carie.
Un doppio aiuto dal tè verde
Per questo motivo, i ricercatori cinesi guidati da Cui Huang dell’Università di Wuhan hanno provato a sviluppare un nuovo materiale che fosse capace di risolvere la sensibilità dentinale e contemporaneamente sconfiggere i batteri della carie. Hanno dunque arricchito l‘idrossiapatite con una molecola antiossidante contenuta nel tè verde (chiamata epigallocatechina-3-gallato, EGCG), che in studi precedenti si era dimostrata particolarmente efficace nel combattere lo Streptococcus mutans, un microrganismo che forma una pellicola invisibile sui denti favorendo lo sviluppo della carie. I due composti sono stati quindi incapsulati all’interno di nanoparticelle di silice, come descritto in uno studio pubblicato su ACS Applied Materials & Interfaces.
I primi test
Il prodotto, testato in laboratorio su denti del giudizio estratti, ha dimostrato di riuscire a “tappare” i tubuli della dentina rilasciando la molecola attiva del tè verde per almeno 96 ore: in più è riuscito a resistere all’erosione e ha impedito allo streptococco di formare il suo pericoloso biofilm. Considerando la bassa tossicità, i ricercatori affermano che questo nuovo materiale potrebbe essere un ottimo candidato per sconfiggere la sensibilità dentinale e la carie allo stesso tempo. In attesa che ulteriori studi ne confermino l’efficacia, non ci resta che sorseggiare un buon tè verde, magari non troppo caldo, né troppo ghiacciato.
Elisa Buson
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