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Granchio blu: nemico dell’ambiente, sicuro per la salute

Il crostaceo è un pericolo per il nostro ecosistema ma una risorsa per la nostra cucina: in più ha un eccellente profilo nutrizionale

Dopo la farina di grillo e l’hamburger di lumaca, è il granchio blu a farsi spazio tra le tavole degli italiani. Il crostaceo, specie autoctona delle coste atlantiche americane, negli ultimi tempi ha invaso i nostri mari diventando un pericolo per l’ecosistema. Per debellarlo, il governo ha stanziato di recente ben 2,9 milioni di euro ma un sostegno arriva anche da grandi chef, che hanno deciso di introdurlo nei loro menu in modo da facilitarne il consumo. Ma questo nemico dell’ambiente, è sicuro per la salute?

Quali sono i danni per l’ambiente

Chiamato “blu” per il colore del suo carapace (dall’inglese blue crab, Atlantic blue crab, Maryland blue crab), è considerato il “killer dei mari” perché onnivoro: si nutre di vongole, cozze, crostacei e qualsiasi tipo di pesce si ritrovi a tiro. Non ha predatori nell’Adriatico e si riproduce rapidamente: basti pensare che il suo esemplare femmina depone fino a 120 uova al giorno. Se questa specie mette in pericolo l’attività della piccola pesca costiera, è soprattutto una minaccia per la biodiversità.

Gruppo San Donato

Le conseguenze sono anche economiche

Le prime segnalazioni nel Mediterraneo risalgono al 1949 ma è da circa una decina di anni che il granchio blu ha cominciato a diffondersi nelle nostre coste, in particolare nell’Adriatico e vicino a paludi ed estuari. Oltre alle conseguenze sull’ambiente, la proliferazione del granchio blu potrebbe causare significativi danni economici. In particolare a:

  • deterioramento delle reti da pesca e delle catture;
  • possibile predazione su mitili e ostriche.

Fedagripesca-Confcooperative stima che il granchio blu abbia creato un buco di 100 milioni di euro.

Come riconoscere il granchio blu

Ormai le foto di questo crostaceo stanno facendo il giro del web. Ad ogni modo, per riconoscerlo bisogna fare attenzione a queste caratteristiche:

  • chele e zampe di colore blu;
  • la punta delle chele è colorata di rosso;
  • il carapace è due volte più largo che lungo;
  • misura fino a a 15 cm di lunghezza e 25 cm di larghezza;
  • arriva fino a un chilo di peso.

È una nuova risorsa alimentare

Unico aspetto positivo è quello alimentare: la specie è commestibile, ha carni molto apprezzate e costituisce una nuova risorsa di elevato valore commerciale. Per contrastare la sua espansione, infatti, una delle soluzioni è quella di pescarlo e di mangiarlo.

Molti chef, come Tino Vettorello della Terrazza Biennale by Campari, di fronte al red carpet alla Mostra del Cinema di Venezia, e del ristorante del Palazzo del Casinò, lo hanno già introdotto nei loro menu. Vettorello è stato uno dei primi, lavorandolo già da 8 mesi, e i suoi spaghetti al nero di seppia con granchio blu e bottarga sono stati apprezzati da varie star nazionali e internazionali, ospiti al Lido per la kermesse d’arte.

Come si cucina il granchio blu

I Paesi in cui è diffuso da tempo, come Stati Uniti e Messico, considerano il granchio blu una specie da tutelare, tanto che non si può pescare al di sotto di una determinata grandezza. Inoltre lo mangiano abitualmente, normalmente lessato e poi sfilacciato in insalata. Ma è perfetto per bruschette o condire la pasta, nonostante la lavorazione per estrarne la polpa non sia alla portata di tutti. È ottimo anche fritto o gratinato in forno. La differenza di gusto rispetto al granchio Atlantico non è notevole, ma il prezzo è inferiore: il granchio blu costa circa 10 euro al chilo, mentre il King Grab arriva ai 15.

Ha poche calorie e un eccellente profilo nutrizionale

Il consumo di granchio blu permette di rifornire l’organismo di proteine di buona qualità assumendo pochi grassi. Apprezzato per lo scarso contenuto di calorie (87 kcal/100 g), il crostaceo si distingue per le elevate dosi di fosforo, importante per la salute di ossa e denti, e di potassio, che aiuta a ridurre il rischio cardiovascolare. Come riportato dal U.S. Department of Agriculture non mancano poi le vitamine, in particolare quelle gruppo B, e sali minerali, come zinco e selenio, che lo rendono potenzialmente utile al raggiungimento dei relativi fabbisogni nutrizionali.

Chi non può mangiarlo

Nonostante l’eccellente profilo nutrizionale, bisogna fare alcune considerazioni. Come tutti i crostacei anche il granchio blu è una fonte di colesterolo e contiene quantità elevate di sodio. Da raccomandazioni del Ministero della Salute, queste sostanze nutritive devono essere consumate con moderazione per non compromettere la salute delle arterie.

Il colesterolo, accumulandosi nella parete arteriose, aumenta, infatti, il rischio di aterosclerosi e di malattie cardio-vascolari. Un eccesso dl sodio può inoltre aumentare la ritenzione idrica, con la comparsa di edemi e ipertensione. Gli allergici ai crostacei devono evitare l’assunzione di granchio blu.

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Simona Cortopassi

Classe 1980, è una giornalista iscritta all’Ordine regionale della Lombardia. Toscana d’origine, vive a Milano e collabora per testate nazionali, cartacee e web, scrivendo in particolare di salute e alimentazione. Ha un blog dedicato al mondo del sonno (www.thegoodnighter.com) che ha il fine di portare consapevolezza sull’insonnia.
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