A uccidere John Fitzgerald Kennedy potrebbe essere stato il mal di schiena. Avete capito bene. Non è una battuta e nemmeno l’ennesima teoria complottista, ma la conclusione a cui giungono due neurochirurghi dell’Università dell’Arkansas, dopo aver riesaminato le cartelle cliniche del mitico 35esimo presidente degli Stati Uniti.
I dolori del giovane Kennedy
Spesso raffigurato come un giovane forte e in salute, JFK è stato in realtà un uomo tormentato da mille problemi. Dalla scarlattina ai disturbi gastrointestinali, dal morbo di Addison alle ghiandole surrenali fino al mal di schiena cronico. E proprio su quest’ultimo che si è focalizzato lo studio pubblicato su “Journal of Neurosurgery: Spine” da due medici statunitensi, T. Glenn Pait e Justin T. Dowdy, che hanno riesaminato le cartelle cliniche del presidente ricostruendo la sua tormentata vicenda fino all’assassinio di Dallas.
Mal di schiena già da studente
I problemi alla schiena di JFK cominciarono quando era ancora uno studente all’Università di Harvard. Insorti dopo un infortunio sul campo di football, gli avevano impedito di essere arruolato nell’esercito. Fu solo grazie all’influenza politica del padre che nel 1941 riuscì a ottenere un incarico nella riserva navale.
La Seconda Guerra Mondiale
I sintomi si aggravarono durante la Seconda Guerra Mondiale, dopo che Kennedy si rese protagonista di un salvataggio in mare da medaglia d’oro, in seguito all’attacco di un cacciatorpediniere giapponese. L’impatto generato dalla collisione e lo sforzo fisico fatto nuotando per cinque ore con il compagno ferito sulle spalle, peggiorarono notevolmente le condizioni fisiche del futuro presidente, tanto che fu costretto a operarsi alla schiena nel giro di pochi mesi.
Gli interventi chirurgici
L’intervento fu solo l’inizio di una lunga serie, tra il 1944 e il 1957. Le prime due operazioni non portarono alcun miglioramento. Anzi: causarono diverse complicazioni e un aumento del dolore. Per rimediare, JFK dovette sottoporsi ad un terzo intervento, ma questo determinò un’infezione che l’obbligò ad entrare in sala operatoria per una quarta volta.
L’attentato
La maledizione del mal di schiena accompagnò Kennedy anche nel suo ultimo giorno, quel terribile 22 novembre del 1963 in cui finì nel mirino del suo assassino, Lee Harvey Oswald. A causa di una recrudescenza del mal di schiena, Kennedy era salito a bordo dell’auto presidenziale indossando un tutore piuttosto stretto che gli cingeva il busto, come ricordano anche le carte compilate dai medici del Parkland Hospital che tentarono di rianimarlo. E proprio quel bustino, secondo diversi esperti, potrebbe averlo tradito.
Il mistero
Dopo essere stato trafitto dal primo colpo sparato da Oswald, Kennedy sarebbe dovuto cadere in avanti sul sedile dell’auto: secondo alcune ricostruzioni, invece, rimase immobile proprio a causa del bustino, permettendo al killer di mirare il suo secondo colpo fatale alla testa. È impossibile stabilire a posteriori se fu proprio quel tutore a cambiare il corso della storia, ma di certo rimane un’ipotesi molto intrigante, come sottolineano gli stessi autori dello studio.
Elisa Buson
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