Nell’affrontare i problemi ai reni, l’acqua gioca sicuramente il ruolo più importante, ma nei pazienti con malattia renale che affrontano una terapia conservativa, sostitutiva con dialisi o che sono prossimi a un trapianto, il consumo di sodio è il secondo grande protagonista. Perché la quantità di sale assunta quotidiniamente è così importante in chi deve fare i conti con una malattia renale? La risposta è semplice: se i nostri reni sono sani, questi sono in grado di eliminare il sodio in eccesso; se invece abbiamo insufficienza renale cronica, il rene malato non è in grado di garantire il corretto equilibrio. Di conseguenza, la ritenzione di sodio porta all’aumento della pressione arteriosa, che è un fattore di peggioramento della malattia renale.
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Quantità di sale giornaliera
Gli studi sui consumi di sodio degli italiani hanno dimostrato che consumiamo più di 10 grammi al giorno di sale. L’Organizzazione Mondiale della Sanità, però, raccomanda di consumarne un massimo di 5 grammi al giorno.
La strategia
La quantità di sale raccomandata dall’OMS è pari a un cucchiaino da caffè al giorno. Utilizza questa unità di misura per limitare la tua assunzione di sodio. Tenendo conto anche di quello contenuto negli alimenti che mangiamo. Ovvero del sale nascosto.
Quale sale scegliere
Se bisogna ridurre il sodio assunto quotidianamente, significa che bisogna ridurre il sale. Il consiglio, quindi, è quello di acquistare sale marino integrale perché contiene iodio, utile per la prevenzione delle malattie della tiroide, oppure sale iodato. Non utilizzare, invece, sale iposodico, che contiene cloruro di potassio e nell’insufficienza renale può portare a iperpotassiemia.
La strategia
Cucina senza o con poco sale. Non usare dadi per il brodo. Se alcuni alimenti ti piacciono più sapidi, aggiungi – solo su questi – un po’ di sale, ma a fine cottura. Attenzione al bicarbonato di sodio: contiene sodio, ma se nell’insufficienza renale viene prescritto dal nefrologo per ridurre l’acidosi, non ti preoccupare, in questo caso fa parte della terapia.
Leggere le etichette
I piatti pronti già cotti o quelli da cuocere contengono sale. Stessa cosa vale per gli alimenti in scatola, come legumi, pesce o carne.
La strategia
Adotta l’abitudine di leggere le etichette degli alimenti che acquisti. Scegli quelli che contengono meno di 0.3 grammi di sale per 100 grammi di prodotto. Per conoscere quanti sono i grammi di sodio, puoi dividere quelli di sale per 2,5. Se l’alimento che acquisti è già salato, consumalo con un contorno scondito e, nel caso di paste ripiene da cuocere, non aggiungere sale grosso nell’acqua. In alternativa, puoi scegliere una linea “iposodica”: molte aziende la producono per i prodotti di uso più comune.
Attenzione al sale nascosto
Dove si trova maggiormente? Nei salumi e negli insaccati, dove è aggiunto come conservante. Nei formaggi stagionati e nei prodotti conservati in olio e aceto.
La strategia
Il problema della riduzione di sale è collegato al timore di perdere il gusto delle pietanze, ma l’uso di spezie e di erbe aromatiche ci viene in soccorso, garantendo gusto e sapore anche in assenza di sale. Per esempio, se amate la pasta all’amatriciana con la pancetta, usate il peperoncino e non il sale. Se invece vi piace la caprese, quindi mozzarella, pomodoro, olio, olive e basilico, evitate il sale, provate l’aceto. Carne lessata? Abbinatela ai sottaceti e il sale non vi servirà.
Al ristorante
Come vivere bene una cena o un pranzo al ristorante senza rinunciare al controllo del consumo di sale?
La strategia
Evita stuzzichini a base di olive, patatine, arachidi salate: meglio crudité di verdure o frutta a guscio tostata. Scegli primi piatti semplici, magari con verdure (e non aggiungere formaggio grattuggiato!). Ordina pietanze cucinate in modo semplice, quindi alla griglia o lessate, e abbinali a contorni non conditi (si insaporiranno da soli nel piatto del secondo). Evita del tutto le salse, come mostarda, ketchup o maionese. Ricordati che sei un cliente e puoi fare tutte le richieste che vuoi.
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