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Soft hiking: cos’è questa tendenza fitness di TikTok

Si tratta di un fenomeno che incoraggia le persone a godersi le escursioni, senza l'ansia di raggiungere un certo risultato fisico

Stare in mezzo alla natura per nutrire corpo e anima e non preoccuparsi troppo della performance sportiva. La filosofia di Emily Thornton e Lucy Hird, che sull’account TikTok Soft Girls Who Hike raccontano le loro esplorazioni in Gran Bretagna, nasce dall’idea che l’escursionismo non deve per forza essere difficile. Ecco in cosa consiste il soft hiking.

Cos’è il soft hiking?

L’obiettivo della camminata non è bruciare una certa quantità di calorie o raggiungere particolari obiettivi fisici, ma godersi l’esperienza di fare movimento all’aria aperta. Le due ragazze che hanno dato il via al fenomeno del soft hiking, in un video esplicativo dell’attività, specificano che «è importante fare delle pause per mangiare e osservare l’ambiente circostante. Prendersi del tempo per andare fuori strada ed essere presente nel momento, senza doversi affrettare».

Gruppo San Donato

L’approccio soft si riferisce non tanto all’esercizio in sé, quanto all’essere “morbidi” e gentili con sé stessi, imparando ad ascoltare le esigenze del corpo e dando la priorità al proprio benessere. Il concetto fondamentale è che non bisogna sentirsi inadeguati se non si riesce a raggiungere una vetta o a superare un certo limite.

Differenze tra hiking, trekking ed escursionismo

Hiking e trekking definiscono due diversi approcci alla camminata. Il primo si usa per indicare un’attività che si svolge nell’arco di qualche ora o al massimo di una giornata e che risulta maggiormente orientata al fitness. Mentre il trekking si articola in percorsi lunghi, solitamente in strade di montagna, che possono durare anche per più giorni.

In Italia ci sono associazioni come il Club Alpino Italiano che classificano i diversi gradi di difficoltà in montagna per distinguere l’impegno richiesto dagli itinerari. Si va da quelli turistici (più facili), a quelli dedicati agli escursionisti più esperti. Fare una camminata per esplorare il territorio, con scopi principalmente culturali o di svago, viene da noi comunemente definito escursionismo.

Sebbene non si tratti di un’attività nuova, il fenomeno del soft hiking ha dato risalto a un modo leggero di vivere le escursioni dal punto di vista fisico, ma soprattutto, mentale. Incoraggia le persone a muoversi, ricordandogli che per apprezzare le bellezze naturali del luogo in cui si recano bastano anche solo poche ore.

Benefici di camminare in mezzo alla natura

  • Riduce lo stress e allevia l’ansia.
  • Stimola la creatività, libera e calma la mente.
  • Aiuta la concentrazione.
  • Abbassa il cortisolo e aumenta la serotonina (l’ormone della felicità).
  • Migliora la salute cardiovascolare e la forza muscolare.

A prescindere dall’intensità della camminata, tutti possono trarre benefici dal movimento a contatto con la natura.

Soft hiking: alcuni consigli per iniziare

  • Pianificare l’uscita e iniziare gradualmente con percorsi adatti alla propria preparazione.
  • Controllare le previsioni meteo.
  • Indossare l’abbigliamento adeguato (anche in base alla stagione) come scarpe da trekking, giacca impermeabile, cappello, abiti comodi e traspiranti.
  • Portare con sé uno zaino con il necessario, ad esempio: kit di pronto soccorso, crema SPF, acqua e snack, repellente per insetti, batteria portatile per caricare il telefono, torcia, fischietto di emergenza.
  • Avere cura dell’ambiente senza sporcare o lasciare tracce durante il tragitto.
  • Rispettare i propri limiti, fare delle soste e godersi il paesaggio.
  • Uscire in compagnia di altre persone o con gruppi organizzati. Comunicare a qualcuno il proprio itinerario quando si esce da soli.
  • Munirsi di una cartina topografica o installare un’app di navigazione GPS per tracciare il percorso.

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Aurora Pianigiani

Collabora con OK Salute e Benessere e si occupa di comunicazione in ambito medico-scientifico e ambientale. Laureata in Giurisprudenza all’Università degli Studi di Firenze, si è formata nel settore dei media digitali e del giornalismo. Ha conseguito il Master in Comunicazione della Scienza e della Salute presso l’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano e contestualmente ha scritto articoli per testate giornalistiche che svolgono attività di fact-checking.
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