Perché le vacanze fanno bene al cervello? Perché rallentano il declino cognitivo. Ma c’è di più. Il solo pensiero di fare le ferie ha un impatto benefico sul nostro cervello. A rivelarlo è uno studio internazionale che ha visto la collaborazione di due importanti centri di ricerca, come l’Università di Vigo in Spagna e il Karolinska Institutet in Svezia. Le vacanze ideali sono un mix di esperienze nuove, lunghe ore a fare niente e ricompense anche alimentari, naturalmente senza esagerare.
Un po’ a sorpresa sono molto pochi gli studi sugli effetti delle vacanze sul cervello, anche se l’esperienza di tutti ci dice che prendersi un momento di stacco e relax abbia un impatto significativamente positivo sulle nostre facoltà mentali.
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Perché le vacanze fanno bene al cervello? Ne aumenta la flessibilità
I ricercatori hanno analizzato tutti i lavori disponibili. Il più importante risale al 2016. Questa ricerca ha messo sotto la lente d’ingrandimento l’attività di alcuni lavoratori impiegati nei Paesi Bassi. Gli esperti hanno chiesto agli operai coinvolti di indicare quali e quanti utilizzi potevano fare con alcuni oggetti di lavoro, come martelli e utensili vari.
I lavoratori che avevano goduto di due o tre settimane di ferie hanno indicato il maggior numero di utilizzi possibili, rispetto a quelli che avevano spiegato prima di partire per le vacanze. Questo perché era significativamente aumentata la loro flessibilità cognitiva. È proprio la flessibilità cognitiva l’aspetto che viene migliorato dalle vacanze e dall’aspettativa di farle.
L’inattività permette al cervello di rigenerarsi
Un altro elemento determinante è la riduzione dello stress cronico, che ha sintomi importanti come sensazione di stanchezza, ansia, irritabilità e difficile gestione della rabbia. Rilassarsi, stare in mezzo alla natura o semplicemente non fare niente permette al cervello di riprendersi.
Ecco perché in vacanza non dobbiamo assolutamente pensare al lavoro, né tantomeno rispondere a e-mail o telefonate che riguardano la nostra professione. Gli esperti sostengono che questa pratica, ormai molto in uso, vanifica gran parte degli effetti positivi sul cervello delle vacanze.
Benefici già solo quando pensiamo alle vacanze
Per quanto riguarda i benefici legati all’attesa stessa di fare le vacanze, qui la parte del leone la fa la dopamina. Come in molti sanno, si tratta di un neurotrasmettitore determinante nel benessere psicologico. Pensare alle vacanze permette al corpo di rilasciare dopamina, facendo aumentare il senso di piacere per il futuro.
Perché le vacanze fanno bene al cervello? Rallentano il declino cognitivo
Il declino cognitivo è un processo naturale associato all’invecchiamento che riguarda le facoltà mentali di una persona. Questo fenomeno comporta una diminuzione graduale delle capacità di:
- memoria,
- attenzione,
- ragionamento,
- problem-solving.
Il declino cognitivo è un processo naturale, ma gli stili di vita possono accelerarlo
È importante sottolineare che il declino cognitivo è parte integrante del normale processo di invecchiamento e può variare da individuo a individuo. Tuttavia, ci sono alcuni stili di vita che possono accelerare questo processo naturale.
- Uno dei fattori principali è rappresentato da abitudini scorrette come la mancanza di esercizio fisico,
- una dieta non equilibrata,
- il consumo eccessivo di alcolici,
- il fumo di sigarette
- pochi stimoli intellettuali.
O rallentarlo
Questi comportamenti possono contribuire a un deterioramento più rapido delle funzioni cognitive, aumentando il rischio di sviluppare disturbi come l’Alzheimer e altre forme di demenza. Pertanto, adottare uno stile di vita sano, che comprenda l’esercizio fisico regolare, una dieta bilanciata, il mantenimento di relazioni sociali attive e l’impegno in attività mentalmente stimolanti, può contribuire a preservare le facoltà cognitive nel corso degli anni.