È molto importante riconoscere il prima possibile i sintomi dell’enterovirus, dopo che le autorità sanitarie della Ue hanno chiesto ai governi di alzare l’attenzione. La prima allerta era scattata a maggio in Francia, ma i casi si stanno moltiplicando in diversi Paesi del Vecchio Continente, Italia compresa.
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I sintomi dell’enterovirus possono essere molto diversi
Questo virus non preoccupa per la popolazione generale, ma può diventare particolarmente insidioso nei bambini piccoli, soprattutto i neonati. Il problema di questo virus è che non si limita a colpire l’intestino, ma anche altri organi importanti come il fegato e i reni.
Il sintomo più comune è la febbre. In molti casi però può comparire anche un rush cutaneo che colpisce viso, collo e torace.
Sintomi dell’enterovirus: quali complicanze possono arrivare?
Se non si riesce a debellare velocemente, l’enterovirus può portare a manifestazioni particolarmente gravi come:
- miocardite,
- sepsi,
- epatite,
- polmonite,
- meningoencefalite.
Come avviene il contagio?
L’enterovirus ha una trasmissione orofecale. Questo significa che perché avvenga il contagio ci deve essere un contatto diretto con le feci di una persona già infetta.
Nei neonati il contagio può avvenire anche con:
- l’esposizione al sangue materno nel periodo intrapartum o
- il contatto con operatori sanitari.
Il problema è che spesso negli adulti è completamente asintomatico.
Come prevenire l’infezione virale?
La prevenzione si concentra sull’igiene. Bisogna stare particolarmente attenti al lavaggio delle mani, che deve essere particolarmente insistito se si ha a che fare con bambini molto piccoli.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità tiene a precisare che la situazione non debba essere sottovalutata, ma neanche creare eccessiva preoccupazione tra i genitori. In genere si tratta di microepidemie, che si scatenano in zone ristrette.
Terapia allevia solo i sintomi dell’enterovirus. Attenzione alle complicanze
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, le autorità di ogni Paese dovrebbero pensare a prendere in considerazione l’isolamento dei bambini infetti e che mai vengano utilizzati nelle strutture ospedaliere utensili come tazza, cucchiaio o siringhe per l’alimentazione senza che siano rigorosamente igienizzate. Particolare attenzione si deve avere nel momento del cambio del pannolino.
Non esiste una cura specifica, ma solo una terapia che aiuti ad alleviare i sintomi. In caso di complicanze, la terapia dipende dalle diverse conseguenze.