Usare regolarmente l’SPF è fondamentale per proteggersi dai raggi UV, specialmente in estate. Il problema è che quasi nessuno mette abbastanza protezione solare. La content creator Abbey Yung, in un video che su TikTok ha più di un milione di visualizzazioni, ha suggerito di non applicarla tutta in una volta, ma in più strati.
Stratificare la crema solare dovrebbe garantire una maggiore copertura dagli effetti negativi della fotoesposizione, evitando residui fastidiosi sulla pelle. Ma quanto è realmente efficace? Lo abbiamo chiesto a Mariuccia Bucci, dermatologa e presidente dell’ISPLAD (International-Italian Society of Plastic-Regenerative and Oncologic Dermatology).
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Quanta crema solare dobbiamo applicare?
«Si parte dal presupposto che la maggior parte della gente non applica molta protezione solare. In teoria dovremmo applicarne 2 mg per centimetro quadro, che però sono difficili da quantificare. È il motivo per cui si consigliano varie tecniche, come la regola del cucchiaino di crema per il viso e il collo», spiega Bucci.
Stratificare la stessa crema solare
«La procedura consiste nell’applicare la medesima protezione solare a strati. Si mette prima uno strato cercando di coprire praticamente tutto il viso. Poi, siccome spesso queste creme non si assorbono facilmente, si aspetta qualche minuto e si applica un secondo strato sopra il primo. In questo modo si evita l'”effetto pilling”, che si verifica quando si creano dei piccoli addensamenti di prodotto sulla pelle».
«Dipende anche dal tipo di crema solare che si adopera, se più o meno leggera o cremosa. La protezione così potrebbe penetrare meglio in zone che con una prima passata non sarebbe stato possibile raggiungere. Semplicemente, si mette il solare in più fasi nel giro di pochi minuti. Due strati sono sufficienti: il primo, molto leggero, in un certo senso funziona come un primer».
Si possono stratificare SPF diverse?
«Il metodo di stratificazione della stessa crema solare può essere utile per assicurarsi di metterne la giusta quantità e per farla assorbire meglio. Se invece si mescolano diversi prodotti, ad esempio con SPF 30, 20 e 50 non si ottiene una SPF 100. Non si ha un effetto cumulativo del fattore di protezione. Cambia solo la quantità di principio attivo contenuta nel prodotto che viene stratificato», continua la dermatologa.
Mescolare la protezione solare con altri prodotti
«Ci sono dei fondotinta che possono alterare l’effetto dell’SPF stesso. Vale la pena utilizzare direttamente un fondotinta con SPF o un solare colorato, piuttosto che applicare altri prodotti cremosi sopra alla crema solare. Gli emulsionanti contenuti nel fondotinta potrebbero infatti diluire la protezione solare e alterarne l’integrità. È sempre meglio usare un prodotto unico, piuttosto che due creme che si emulsionano o che si vanno a stratificare, per avere una maggiore garanzia della copertura stessa. Anche utilizzare prodotti formulati con i filtri chimici insieme ad altri con i filtri minerali può renderne instabile la capacità protettiva».
Il solare va riapplicato durante la giornata?
«Andrebbe riapplicato ogni due ore, dato che la fotoprotezione viene alterata dalla sudorazione. È consigliabile prediligere un SPF abbastanza alto, almeno un 30, che parte dal 97% di protezione. Per certe persone un 50 è anche meglio, dipende dal tipo di pelle. Chi ha la pelle grassa a volte ha timore di usare le protezioni, ma esistono dei fluidi ultralight o water fluid, che risultano davvero molto leggeri».
«L’esposoma è un insieme di fattori che vanno ad influire sull’invecchiamento cutaneo. Non c’è solo il sole, ma anche ad esempio lo smog e le polveri sottili. L’SPF preserva la pelle dai raggi UV, dall’inquinamento e la difende dalla comparsa dei tumori della pelle», conclude l’esperta.