L’Agenzia italiana del farmaco ha approvato il nuovo farmaco contro le vampate, che colpiscono otto donne in menopausa su dieci. Il medicinale aveva già ottenuto nello scorso giugno l’approvazione della Food and Drug Administration, l’agenzia statunitense del farmaco. È il primo medicinale non ormonale, che agisce direttamente sui circuiti cerebrali, responsabili di vampate di calore e sudorazioni notturne.
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Come agisce il nuovo farmaco contro le vampate?
Il nuovo farmaco impedisce il legame tra la neurochinina B, che è un neurotrasmettitore, e il neurone kisspeptina/neurochinina/dinorfina (KNDy), una cellula del sistema nervoso che si occupa della regolazione del calore del corpo umano.
Il centro di regolazione della temperatura si trova nell’ipotalamo. Il nuovo farmaco, che commercialmente si chiamerà Veozah, interviene proprio su questa area del cervello che viene colpita dal drastico calo degli estrogeni.
Quali sono i risultati delle sperimentazioni sul nuovo farmaco contro le vampate?
La sperimentazione ha confermato una riduzione della frequenza delle vampate di calore di circa il 60 per cento. Ridotta anche l’intensità dei colpi di calore e della sudorazione notturna, migliorando in modo significativo la qualità del riposo. Si possono leggere i risultati dei trial sulla rivista scientifica Nature.
Mai prima d’ora era stato formulato un medicinale per le donne che regolasse la temperatura. I motivi vanno rinvenuti anche nel fatto che è solo da pochi anni che nella sperimentazione dei farmaci sono inserite anche le donne.
Cosa sono le vampate?
Come si diceva all’inizio, il 79% delle donne in menopausa soffre di vampate. Sono diverse da persona a persona, ma in genere incidono in modo anche significativo sulla qualità della vita. Si presentano in genere con una sensazione di calore improvviso che parte dal petto e arriva al volto. Possono arrivare a durare anche cinque minuti.
Quali differenze con la terapia ormonale sostitutiva?
Finora per alleviare i sintomi delle vampate si usano solo farmaci ormonali. Gli specialisti prescrivono terapie ormonali sostitutive. In pratica si tratta di assumere estrogeni e progesterone per compensare la scarsa produzione degli ormoni da parte del corpo delle donne.
I farmaci ormonali hanno effetti collaterali che possono essere anche importanti, come un aumento del rischio di sviluppare malattie cardiovascolari e leggermente anche di avere un tumore al seno. Ecco perché in genere i ginecologi prescrivono la TOS a chi ha sintomi particolarmente seri.