Il termine Incel rappresenta l’unione delle prime lettere delle parole involuntary e celibate (celibe involontario) e identifica principalmente, ma non esclusivamente, maschi eterosessuali che si ritengono incapaci di stabilire rapporti sessuali e sentimentali con una donna, ma sono convinti di essere ingiustamente lesi nel loro diritto al sesso.
Questo termine fu coniato nel 1993 da una studentessa di cui ricordiamo il nome, ma non molto di più: Alana, il cui scopo era creare un gruppo di supporto virtuale per uomini e donne che non erano in grado di avventurarsi nella costruzione di una relazione romantica o di trovare un partner sessuale. L’idea ebbe un certo successo, tale da creare addirittura una sottocultura Incel, tipicamente basata su comunità online, soprattutto in quella che i sociologi della Rete chiamano ora manosfera, in cui gruppi di uomini espongono le difficoltà incontrate durante la ricerca di relazioni sessuali e sentimentali promuovendo credenze decisamente antifemministe e sessiste.
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Manosfera: un ambiente online dove promuovere l’antifemminismo
Con il termine manosfera si intende l’insieme di siti web, blog e forum online che promuovono la mascolinità, la misoginia e la radicale e ideologica opposizione al femminismo. Gli aspetti tipici della manosfera sono:
- il fallimento (sentimentale, sessuale ma anche sociale, economico ed esistenziale);
- il bullismo (subito da piccoli e agito da adulti davanti a una tastiera o nella realtà);
- il complottismo (i poteri forti sono sempre dalla parte delle donne e dei gay);
- il gergo (pillole rosse e blu, soggetti alfa, beta e omega ecc.);
- il suprematismo bianco (dall’adesione a modelli politici delle democrature alla xenofobia, dal mai sopito Ku Klux Klan fino al neo-nazifascismo nelle sue varie declinazioni regionali);
- la deresponsabilizzazione («non è colpa mia se va così, ma del komplotto»);
- la violenza contro le donne (prima online e poi anche fisica);
- la radicalizzazione (fino all’estremismo);
- la paranoia (fino al totale scollamento dalla realtà).
Le radici della cultura Incel
L’ideologia alla base della cultura Incel è fortemente radicalizzata contro il femminismo storico e contro le sue forme attuali del politically correct, basandosi sulla convinzione che l’emancipazione femminile abbia fortemente contribuito al crollo della società occidentale e dei suoi «valori» (che è corretto, in realtà, definire pseudovalori), alla base della tradizione patriarcale. Per conseguenza, il maschio avrebbe diritto di vendicarsi.
Il gergo della pillola
Come in tutte le sottoculture esiste nel mondo Incel un gergo che nasce per un verso forse dalla scoperta del viagra, vissuta come risposta tecnologica che difende il simbolo stesso della virilità (l’evidentemente traballante erezione) dagli attacchi delle donne e per l’altro dalla saga pop di Matrix. È il cosiddetto gergo della pillola: far parte del mondo Incel significa «prendere la pillola rossa» e coloro che non lo fanno sono visti come coloro che hanno «scelto la pillola blu», e sono quindi servi del sistema, di un mondo in cui la libertà sessuale e il femminismo ha avvantaggiato le donne ricche, potenti e adorate, relegando il maschio a un ruolo subalterno.
Nella manosfera i maschi alfa sono quelli che incontrano i favori femminili, i beta (o «normie») la massa nella media e infine gli omega, gli Incel propriamente detti, quelli che non riescono. Le donne, chiamate «femoids» o Fho (Female humanoid organism), sono a loro volta divise in Backy (bruttine e femministe, dispotiche e nemiche da sconfiggere) o Stacy (le bellone destinate a élite di maschi fisicamente prestanti, belli e ricchi; gli alfa di cui sopra, o Chad).
Per gli Incel non ci sono dubbi: l’universo maschile è costituito da un 10% di alfa-Chad, un 70% di beta e un 20% di omega-Incel. Nel cupo mondo Incel gli alfa cambiano continuamente le Stacy e le consumano fino a renderle di seconda scelta a disposizione dei beta che le sposano verso i trent’anni, per esserne comunque poi sfruttati e vessati. Agli omega non restano nemmeno le briciole e il piacere agro di trastullarsi con questa nomenclatura posticcia.
Negli Incel elevati livelli di paranoia, ansia e depressione
La personalità degli Incel può essere caratterizzata da elementi psicopatologici che, in soggetti predisposti, favoriscono comportamenti devianti, discriminatori, aggressivi e a volte criminali. Incapaci di riconoscere le proprie responsabilità nella personale storia sentimentale e sessuale né la natura stessa del disagio che provano, gli Incel si convincono fermamente che le donne siano le uniche responsabili della loro solitudine e frustrazione.
A tal proposito, Lilybeth Fontanesi e Giacomo Ciocca dell’Università D’Annunzio di Chieti-Pescara e dell’Università Sapienza di Roma hanno tradotto e validato in italiano l’Incel Trait Scale, questionario per identificare le attitudini Incel. È stato così dimostrato che i maschi con una maggiore tendenza Incel mostrano elevati livelli di paranoia, ansia e depressione, oltre a uno stile di attaccamento timoroso. Quest’ultimo aspetto caratterizza, tra gli altri e non casualmente, individui omotransfobici, complottisti e no vax. È stata proprio la pandemia, con la sua globalità e apparente inspiegabilità, a esacerbare il fragile pensiero di queste persone ed è stata la solitudine dei lockdown a inasprire la rabbia degli Incel e aspiranti tali, rinfocolata dalla subcultura complottista.
Una visione distorta della realtà
In effetti, le evidenze cliniche e l’osservazione della realtà non dimostrano affatto che la mancanza di sesso possa trasformare qualsiasi persona in un Incel furibondo e pericoloso: i pii monaci buddisti o i loro santi colleghi trappisti non sono generalmente noti per violenza verbale o fisica così come le tantissime donne private dell’attività sessuale per un gran numero di ragioni non sentono generalmente il bisogno di riunirsi in un sindacato che rivendichi il loro diritto al sesso con la stessa violenza che caratterizza quello maschile.
Ecco quindi che il tema della personalità dell’Incel risulta molto più determinante rispetto a quello della carenza di sesso. Il diverso profilo ormonale tra maschi e femmine può sì parzialmente spiegare perché siano assai rare le Incel femmine, ma non giustifica nessuno né spiega perché la maggioranza dei casti non diventi affatto rabbiosa.
Al prepotente desiderio sessuale maschile (e, nei più primordiali, di sottomissione della partner) corrisponde l’altrettanto esigente desiderio relazionale femminile che in effetti funziona come collo di bottiglia, assumendo quindi un ruolo selettivo delle istanze sessuali del maschio che da un lato ha ancora le radici in una visione patriarcale, centrata sul potere di genere. Dall’altro s’illude di potersi comodamente sedere al banchetto di un’offerta sessuale che parrebbe ora continua e quasi universale se credessimo che pornografia, media e i social rappresentino la realtà. Sono maschi per i quali è difficile capire che se una ragazza apre un profilo Tinder non significa che sia disponibile per tutti. È la stessa difficoltà che provavano i rudimentali maschi coevi alla rivoluzione sessuale di fronte alle prime minigonne, viste come inviti alla violenza sessuale e giustificazione della predazione.