Chemioterapia, radioterapia, terapie a bersaglio molecolare (le cosiddette “targeted therapies”) ma anche immunoterapia e, in particolare, immunoterapia con CAR-T. Nell’ambito delle terapie antitumorali si sono fatti passi da gigante, grazie ai quali la prognosi di moltissimi pazienti con diagnosi di cancro è significativamente migliorata. Questo si traduce anche in un aumento della popolazione che ad oggi convive con un tumore. Se a livello di cure i progressi sono notevoli e innumerevoli, ora si sta facendo sentire sempre di più la necessità di migliorare anche la qualità della vita dei pazienti, tramite una loro presa in carico a 360 gradi. Dal punto di vista dermatologico, ad esempio, sono ancora tanti i bisogni insoddisfatti di chi convive con un cancro.
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Farmaci antitumorali: quali sono gli effetti collaterali dermatologici?
«Quasi l’80% dei pazienti oncologici sviluppa effetti collaterali dermatologici durante il loro percorso di cura», interviene Bianca Maria Piraccini, Direttrice della Scuola di Specializzazione di Dermatologia e Venereologia dell’Università di Bologna e referente regionale della Società Italiana di Dermatologia medica, chirurgica, estetica e delle Malattie Sessualmente Trasmesse (SIDeMaST). «Gli effetti delle terapie oncologiche sulla cute possono causare ripercussioni sul benessere psicofisico a tal punto da compromettere anche la continuità, e quindi l’efficacia, dello stesso percorso terapeutico».
«La reazione avversa che tutti associano ai farmaci antitumorali è la caduta dei capelli. Si tratta di un effetto collaterale che ricorda ogni giorno, sia al paziente sia ai suoi familiari, che la malattia c’è e che si sta seguendo una terapia. E questo è devastante», continua la professoressa. «Si hanno poi tanti effetti collaterali sulla cute, per esempio episodi di arrossamento e acne, che possono anche essere associati a sintomi come prurito, bruciore, fastidio. Un altro problema importante è l’infiammazione periungueale, che può intaccare persino la mobilità di mani e piedi e dunque anche la deambulazione. Non solo problemi estetici, dunque, ma anche funzionali. Tutti disturbi visibili, impossibili da nascondere, che possono causare grandi disagi a livello emotivo», prosegue Piraccini.
La task force “TICURO” di SIDeMaST studia le possibili reazioni cutanee nei pazienti oncologici in terapia
«Negli ultimi anni i farmaci antitumorali sono aumentati in numero e fortunatamente anche in efficacia ma insieme a ciò abbiamo osservato nuove reazioni cutanee che si associano a diversi principi attivi messi in mercato. Per questo c’è la necessità di studiare le possibili reazioni, capire come poterle prevenire e curare, in modo da evitare che raggiungano una severità tale da portare il paziente addirittura a sospendere il farmaco», spiega Pietro Sollena, specialista in Dermatologia presso Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS di Roma.
In buona sostanza questo è l’obiettivo della task force “TICURO” di SIDeMaST. «Per poter fare ciò, il gruppo di lavoro si compone di dermatologi specialisti, con particolare interesse ed expertise nel campo oncologico in generale, non solo in quello delle patologie oncologiche dermatologiche». Sebbene sia nata soltanto l’anno scorso, la task force si sta ampliando sempre di più, tant’è che oggi conta medici provenienti da ben 16 centri specializzati sparsi in tutta Italia.
L’oncologo deve dialogare anche con il dermatologo
«La tossicità cutanea può essere un problema sia per accesso al farmaco, quindi non si intraprende una cura per paura che si possa andare incontro a disturbi dermatologici importanti, sia per la prosecuzione della terapia in seguito agli effetti collaterali cutanee insorti. Questo è un serio problema perché togliere la cura a un paziente oncologico significa privarlo di una chance di terapia e, spesso, di guarigione», spiega Luigi Formisano, specialista in Oncologia Medica all’Università Federico II di Napoli. «Fortunatamente negli ultimi anni l’oncologia è cambiata radicalmente, diventando a tutti gli effetti multidisciplinare. L’oncologo deve lavorare in squadra con il chirurgo, il cardiologo, lo psicologo, il dermatologo e così via».
Il progetto Skin & Cancer supporta la collaborazione tra oncologo e dermatologo
Nel caso specifico del dermatologo, però, spesso accade ancora che questo non venga incluso nel team multidisciplinare o negli studi registrativi dei farmaci antitumorali, mentre sarebbe fondamentale il suo apporto. Diventa così importante rivedere il piano di cura del paziente oncologico, così da identificare precocemente gli effetti indesiderati indotti dalle terapie. È in questo contesto che nasce il progetto Skin & Cancer, voluto da Pierre Fabre Italia (Eau Thermale Avène) in collaborazione con la task force “TICURO” di SIDeMaST.
Partendo dall’ascolto dei bisogni emersi in una tavola rotonda che ha riunito oncologi, dermatologi della task force e alcune delle principali Associazioni Pazienti italiane, il progetto si prefigge di ottimizzare il patient-journey del paziente con reazioni avverse cutanee, per fornire un supporto adeguato in ogni sua fase, dalla diagnosi al follow-up. Questo obiettivo può essere raggiunto solo grazie all’interazione tra specialisti appartenenti a specialità differenti, Associazioni Pazienti e aziende operanti nel settore. Per questo motivo verranno perseguite attività specifiche, tra cui:
- Formazione e informazione dei medici specialisti tramite eventi dedicati e sviluppo di specifici materiali informativi.
- Coinvolgimento dei clinici della task force e le Associazioni Pazienti nello sviluppo di materiali dedicati ai pazienti e caregiver.
- Attività di sensibilizzazione in collaborazione con clinici e Associazioni Pazienti.