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Mangiare meno anche quando non si è sovrappeso allunga la vita?

Finora la restrizione calorica era chiesta per diabetici e persone in sovrappeso. Uno studio americano dimostra che i benefici sono anche per i normo-peso. Ma attenzione agli effetti della scarsa nutrizione

Restrizione calorica anche per chi è magro? Le persone di peso normale possono essere in grado di prolungare la loro durata di vita limitando le calorie. La notizia è contenuta in un imponente studio secondo il quale diminuire del 25% l’assunzione di calorie è in grado di aggiungere anni di vita. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Nature Aging.

Restrizione calorica anche per chi è magro: le ipotesi di partenza 

I ricercatori sono partiti dall’assunto che la restrizione calorica possa prolungare la durata della vita sana in una varietà di animali da laboratorio. I processi di invecchiamento rallentano, anche se non se ne conoscono esattamente le cause. Il team del Robert N. Butler Columbia Aging Center della Columbia negli Stati Uniti ha voluto indagare se lo stesso accadesse nelle donne e negli uomini. Qual è la dieta che prevede un solo pasto al giorno?

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Cosa sono gli orologi biologici?

Lo studio ha utilizzato quelli che sono comunemente noti come “orologi biologici” per determinare il ritmo dell’invecchiamento dei suoi partecipanti. I cosiddetti bioclock si usano per misurare l’età biologica, che può differire anche sostanzialmente da quella anagrafica.

“Il nostro studio ha trovato la prova che la restrizione calorica ha rallentato il ritmo dell’invecchiamento negli esseri umani”. Calen Ryan, ricercatore associato presso il Robert N. Butler Columbia Aging Center della Columbia, è tra gli autori dello studio.

Limiti degli studi sugli orologi biologici

Qual è il problema? I predittori dell’età biologica sono controversi, nel senso che secondo molti scienziati non ha un metodo di valutazione certo e condiviso da tutta la comunità scientifica internazionale.

La prima sperimentazione clinica sulla restrizione calorica nelle persone di peso normale (un BMI di circa 20-25) è iniziata nel 2007. Si chiamava CALERIE, o Valutazione completa degli effetti a lungo termine della riduzione dell’assunzione di energia.

Restrizione calorica anche per chi è magro: cosa dicono gli studi precedenti

Negli anni 50 uno studio aveva sottolineato che ridurre le calorie alle persone di peso normale possa portare a malnutrizione. CALERIE ha chiesto a volontari di età compresa tra 21 e 50 anni di ridurre il 25% delle calorie che in genere assumevano per un periodo di due anni. Un altro gruppo di persone ha mantenuto la propria dieta normale, fungendo da gruppo di controllo.

Durante lo studio, gli esperti hanno sottoposto i partecipanti a tutti i tipi di test a intervalli di sei mesi per raccogliere informazioni su perdita di peso, variazione del tasso metabolico a riposo, impatto sulla funzione cognitiva e marcatori di infiammazione, salute cardiovascolare e sensibilità all’insulina.

Quali sono i risultati dello studio?

I risultati di CALERIE hanno rilevato che in media le persone nel gruppo con restrizione calorica sono state in grado di ridurre il 14% delle loro calorie, ovvero circa la metà dell’obiettivo del 25 per cento. Tuttavia tale quantità ha ridotto la loro massa grassa di circa il 10% e ridotto i loro fattori di rischio cardiometabolico senza effetti negativi sulla qualità della vita. Il gruppo di ricerca ha evidenziato anche riduzioni del fattore di necrosi tumorale alfa, una proteina che promuove la resistenza all’insulina e il diabete di tipo 2 indotto dall’obesità.

Restrizione calorica anche per chi è magro: gli effetti sul timo

Numerosi altri studi hanno utilizzato campioni di sangue e altri dati raccolti sui partecipanti a CALERIE per esplorare altri modi in cui una modesta restrizione calorica potrebbe giovare al corpo. Ad esempio, i ricercatori della Università di Yale hanno scoperto che limitare le calorie aumenta la salute del timo, un organo che produce cellule T del sistema immunitario, una delle armi principali del corpo contro gli invasori.

Il ruolo degli epigeni

Il nuovo studio ha analizzato i segni di metilazione, cioè i segni di cambiamenti epigenetici sul DNA, alla ricerca di sintomi dell’invecchiamento. Gli epigeni sono proteine ​​​​e sostanze chimiche che si trovano come lentiggini su ciascun gene. Secondo il National Human Genome Research Institute indicano ai geni cosa fare, dove farlo e quando farlo.

I ricercatori hanno utilizzato due orologi epigenetici, PhenoAge e GrimAge, e un nuovo strumento Belsky recentemente inventato in collaborazione con la Duke University. Questo terzo bioorologio, chiamato DunedinPACE, tenta di determinare il ritmo dell’invecchiamento da un singolo esame del sangue.

La restrizione calorica funziona? Mettendo da parte il dibattito su come viene misurato l’invecchiamento più lento, c’è un ruolo per la restrizione calorica nel prolungare la vita, specialmente negli individui “sovranutriti”.

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Francesco Bianco

Giornalista professionista dal 1997, ha lavorato per il sito del Corriere della Sera e di Oggi, ha fatto interviste per Mtv e attualmente conduce un programma di attualità tutte le mattine su Radio LatteMiele, dopo aver trascorso quattro anni nella redazione di Radio 24, la radio del Sole 24 Ore. Nel 2012 ha vinto il premio Cronista dell'Anno dell'Unione Cronisti Italiani per un servizio sulle difficoltà dell'immigrazione. Nel 2017 ha ricevuto il premio Redattore del Gusto per i suoi articoli sull'alimentazione.
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