Un’infezione può scatenare una sepsi, cioè un’esagerata risposta infiammatoria che causa danni a organi e tessuti. L’insufficienza renale acuta è una complicanza frequente in corso di sepsi, condizione che provoca nel mondo più di 13 milioni di morti ogni anno. Una delle caratteristiche delle infezioni batteriche e virali è la forte diminuzione dell’HDL, il cosiddetto “colesterolo buono”, con la sua principale proteina contenente l’apolipoproteina A-I (apoA-I). Il livello di apoA-I è stato recentemente descritto come biomarcatore predittivo di mortalità a lungo termine dopo sepsi chirurgica. I ricercatori hanno quindi studiato come ripristinare i livelli di apoA-I per ristabilire le funzionalità di questa lipoproteina e, quindi, i suoi potenziali benefici nella sepsi.
Uno studio clinico, chiamato Racers, ha valutato CER-001, l’unica ApoA-I ricombinante naturale, come trattamento per i pazienti settici ad alto rischio di sviluppare un’insufficienza renale acuta. L’obiettivo principale di questo studio pilota è stato quello di verificare se l’uso di CER-001 fosse sicuro ed efficace, fornendo una potenziale nuova strategia di trattamento per i pazienti settici, riducendo la risposta infiammatoria e prevenendo la progressione verso un’insufficienza renale acuta.
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Infezioni e sepsi: dalla ricerca risultati positivi per la terapia del futuro
«Siamo entusiasti nel condividere i risultati di questo studio» ha dichiarato Loreto Gesualdo, Professore Ordinario, Responsabile dell’Unità di Nefrologia, Dialisi e Trapianto, Università degli Studi Aldo Moro di Bari e Principal Investigator dello Studio RACERS. «Lo studio mostra risultati positivi e promettenti su una serie di obiettivi primari e secondari. CER-001 è stato in grado di rimuovere le endotossine, modulare la tempesta di citochine e fornire una protezione endoteliale. La tendenza a ridurre il danno renale, così come la necessità di dialisi e la permanenza in terapia intensiva, evidenzia la potenziale importanza clinica di questi risultati».
Lo studio pilota Racers ha dimostrato (per la prima volta in uno studio pilota sull’uomo) che il recupero di un livello normale di apoA-I nel paziente arresta la tempesta di citochine e migliora gli esiti clinici. «L’idea di utilizzare le HDL come farmaci risale al secolo scorso, quando all’Università di Milano fu scoperta l’apoA-I Milano, una variante naturale dell’apoA-I» dichiara Laura Calabresi, Professore Ordinario di Farmacologia e Coordinatore Scientifico del Centro E. Grossi Paoletti dell’Università di Milano. «I promettenti risultati ottenuti con CER-001 nella sepsi supportano l’uso terapeutico delle HDL sintetiche, che mimano le proprietà delle HDL plasmatiche, non solo nelle malattie cardiovascolari, ma anche negli stati infiammatori acuti».