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Leishmaniosi: contagio, sintomi e prevenzione

Si tratta di una malattia infettiva molto pericolosa per i nostri cani, soprattutto in vista dell'estate, per questo è importante recarsi dal veterinario per la profilassi

Meno conosciuta della filariosi, ma ugualmente pericolosa per i nostri cani (è molto più rara nei gatti), la leishmaniosi è una malattia infettiva e contagiosa veicolata dalla puntura di un pappatacio, detto anche flebotomo, una specie di zanzara di dimensioni molto piccole (è lungo solo 2-3 millimetri). Mentre la filariosi è ormai diffusa in tutta Italia, per la leishmaniosi si possono individuare aree in cui il rischio è maggiore. «Le regioni più interessate sono quelle costiere – spiega Carla Bernasconi, presidente dell’Ordine dei Medici Veterinari di Milano – ma il rischio è presente anche a macchia di leopardo sulle Alpi, per esempio in Val D’Aosta, e nel resto d’Italia». Ma come avviene il contagio? Quali sono i sintomi? E come si può fare prevenzione?

Come si trasmette la leishmaniosi?

La malattia è causata da un microrganismo chiamato Leishmania infantum, che si trasmette all’uomo o all’animale attraverso la puntura di un flebotomo infetto. Questo microrganismo è un parassita che, per svilupparsi e moltiplicarsi, deve avere a disposizione sia il corpo di un flebotomo, sia quello di un mammifero come il cane. Le femmine del flebotomo per deporre le uova pungono, ad esempio, un cane e ne succhiano il sangue: se è infetto, le Leishmanie si trasferiscono nello stomaco del flebotomo, dove si sviluppano e si moltiplicano diventando infettanti. Così, quando il pappatacio pungerà un cane sano, potrà trasmettere il parassita attraverso il suo morso.

Gruppo San Donato

Sintomi e cura

«La malattia è polisistemica quindi non c’è una sintomatologia specifica e le manifestazioni possono essere diverse a seconda degli organi colpiti: può esserci un danno della cute, degli organi interni oppure può verificarsi un’insufficienza renale» spiega Bernasconi. Non sempre, tuttavia, l’infezione porta alla malattia e molti cani infetti possono rimanere per tutta la vita asintomatici, senza sviluppare manifestazioni cliniche: dipende dall’individuale risposta immunitaria del cane.

Per quanto riguarda la cura, attualmente non esistono farmaci capaci di debellare tutti i microrganismi responsabili della leishmaniosi. Esistono solo medicinali mirati a gestire i sintomi e a tenere sotto controllo la malattia. Per questo è fondamentale fare prevenzione dal veterinario.

Profilassi

«La profilassi della leishmaniosi, a differenza di quella per la filariosi, non assicura una protezione al cento per cento» sottolinea l’esperta. «Per difendere i nostri cani, abbiamo a disposizione una formulazione, sia iniettabile che somministrabile per via orale, che grazie a degli immunostimolatori aumenta la capacità di difesa dell’animale. La scelta di questa formulazione, però, deve essere sempre abbinata all’uso di repellenti, quindi collari o prodotti spot-on da applicare sul pelo, che fanno sì che il pappatacio non aggredisca l’animale».

Come viene somministrata la formulazione immunostimolante? «La prima dose va iniettata nel primo anno di vita dell’animale, poi si procede con dei richiami annuali. Se si sceglie il prodotto per via orale, invece, la somministrazione varia a seconda che si porti il cane in una zona endemica occasionalmente o con frequenza. Nel primo caso, va dato qualche giorno prima della partenza e per i successivi 30 giorni, altrimenti è consigliato somministrare la formulazione tre volte all’anno» conclude Bernasconi.

Altri consigli di prevenzione

Oltre alla profilassi, si può tenere lontano il rischio di contrarre la leishmaniosi dal nostro cane con qualche piccola attenzione in ambiente domestico. Per esempio, evitate lunghe passeggiate serali e tenete il cane in casa durante la notte. I flebotomi sono più attivi dal crepuscolo all’alba, soprattutto se è a pelo corto. Oppure, applicate alle finestre zanzariere dalle maglie fitte e utilizzate insetticidi ambientali per uso domestico.

Giulia Masoero Regis

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