La radice di Kuzu è usata da secoli in Asia, soprattutto in Cina e Giappone. In realtà ormai cresce in tutti i continenti. Si tratta di una pianta simile a una vite rampicante che spesso si insinua su altre piante e alberi. Ecco perché in molti la considerano una pianta infestante. Nella medicina tradizionale cinese è usata per febbre, diarrea e addirittura per chi è diabetico o ha malattie cardiovascolari.
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Come si usa?
La radice di Kuzu raramente si mangia (anche se è edibile): la si assume con integratori o come una tisana. Se la si vuole mangiare, la si può preparare come facciamo normalmente con i tuberi. È anche un ottimo addensante per gli alimenti. Se ne utilizzano 1-2 cucchiaini da caffè ogni 100 grammi di liquido. Se ne può sciogliere anche un cucchiaino nell’acqua calda, così la possiamo bere direttamente, dopo aver atteso cinque minuti.
Kuzu estremamente ricca di principi attivi
Il suo uso in Occidente è legato ai disturbi di stomaco e intestino. Si parla di capacità di alleviare i sintomi di gastrite, reflusso gastroesofageo e di colite ulcerosa. Grazie ad alcune molecole riesce a limitare il riacutizzarsi delle manifestazioni legate a questi disturbi. Oltre a far abbassare i livelli di infiammazione nelle mucosa intestinale, riduce dolori e bruciori, perché agisce direttamente sui succhi gastrici.
All’interno della radice della pianta Pueraria ci sono almeno 50 composti chimici benefici per il nostro organismo. I più importanti sono puerarina, daidzeina, daidzina, genisteina. Si tratta di isoflavoni, presenti anche nella soia. Gli isoflavoni trovano impiego da tempo nel trattamento dei disturbi legati alla perimenopausa e alla menopausa vera e propria. Facendo parte degli anitossidanti aiutano ad abbassare il rischio di importanti malattie croniche come quelle cardiovascolari e il diabete.
Funziona anche contro gli effetti degli alcolici?
Alcuni studi suggeriscono che questa radice possa aiutare a trattare il disturbo da uso di alcol o la dipendenza da alcol. Abbiamo però solo una piccola ricerca che ha coinvolto 17 giovani uomini, che bevevano tra i 22 e i 35 drink alla settimana. I ricercatori li hanno divisi in due gruppi. Il primo assumeva un integratore a base di kuzu, mentre l’altro un placebo. Tutti coloro che assumevano la radice in polvere hanno bevuto meno alcolici nella settimana successiva.
Kuzu: a cosa stare attenti
Il Kuzu può avere delle interazioni con alcuni farmaci. Attenzione soprattutto se assumete pillole anticoncezionali, perché potrebbe ridurne l’efficacia. Come sempre, quando decidiamo di assumere un integratore se stiamo seguendo una terapia, dobbiamo parlarne con il medico che ce li ha prescritti prima di intraprendere qualsiasi decisione.