Circa il 65% delle donne nell’arco della vita ha avuto almeno un episodio di infezione delle vie urinarie, e un buon 20-25% è recidivante, ovvero ha più di tre episodi nell’arco di sei mesi.
Due sono le cause che favoriscono le cistiti persistenti: una è il rapporto sessuale, e l’altra la carenza ormonale conseguente sovente a una situazione di post menopausa oltre a una piccola percentuale legate a malformazioni o a malattie del tratto urinario. Inoltre esiste tutta una serie di problemi di facilitazione di risalita dei germi dall’intestino (il più frequente nelle cistiti è l’escherichia coli) che possono ulteriormente favorire il ripresentarsi della cistite.
Cistite ricorrente e vulvodinia
Può succedere che chi già soffre di cistiti ricorrenti o di colon irritabile, riscontri anche problematiche vulvo-vaginali: questo accade perché è il pavimento pelvico che gestisce i sistemi urinario, genito-sessuale e defecatorio in una sorta di simbiosi funzionale. Quindi le cistiti ricorrenti possono scatenare la vulvodinia.
Cistite interstiziale e vulvodinia
«Numerosi studi scientifici hanno dimostrato che le donne affette da cistite interstiziale che è anch’essa una patologia cronica (ma non è causata da batteri), dolorosa e invalidante, hanno maggiori probabilità di soffrire di vulvodinia e viceversa» spiega Annarita Cicalese, medico specialista in urologia presso l’Azienda Ospedaliera Giuseppe Moscati di Avellino. «Purtroppo riscontriamo questa correlazione anche nella pratica clinica: non è infrequente che la paziente con cistite interstiziale lamenti una sintomatologia vulvare, spesso anche uretrale. Il problema qual è? È che l’eziopatologia, ovvero le cause di tutte queste patologie, ad oggi non sono ancora chiare. Esistono delle ipotesi ma non abbiamo la certezza di come si sviluppino nel corso degli anni in cui la patologia progredisce.
Ma dalla vulvodinia si guarisce? E in quanto tempo?
«Sicuramente se la donna risponde bene alle terapie, la sintomatologia migliora e regredisce: si tratta, però, di un obiettivo raggiungibile in tempistiche che variano da persona a persona» afferma la dottoressa Cicalese. «Purtroppo sui tempi di guarigione incidono sia l’entità dei sintomi sia la durata degli stessi: la prospettiva prognostica cambia molto nei casi in cui, ad esempio, si stia curando una ragazza che avverte da poco i sintomi o una donna che porta avanti la vulvodinia da una decina di anni».
Che fare?
Prima si arriva alla diagnosi corretta di vulvodinia prima si può intraprendere il corretto percorso curativo. Sui siti delle associazioni di pazienti (scopri qui quali sono) si può trovare l’elenco dei centri italiani che si occupano di vulvodinia.
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