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Fracture city: aumentano i traumi da monopattino ed e-bike tra i giovani

A Milano avviata anche una campagna contro il parcheggio selvaggio sui marciapiedi per tutelare cittadini ipovedenti e ciechi

Rottura bilaterale del gomito. È la frattura più frequente durante gli incidenti in monopattino che, stando a dati Istat, continuano a crescere, insieme a quelli con le e-bike. «I traumi legati alla diffusione di monopattini e bici elettriche, soprattutto fra i giovanissimi, sono talmente aumentati che si potrebbe parlare di fracture city» ha commentato infatti Paolo Tranquilli Leali, past president della Società italiana di ortopedia e traumatologia (Siot) durante la 105esima edizione del congresso annuale. Occasione in cui è stato anche eletto il nuovo presidente della società, Alberto Momoli, con rispettivo nuovo consiglio direttivo.

I dati Istat per il 2021 riportano 235 incidenti con esito mortale per monopattinatori e ciclisti (204 le vittime di sesso maschile, 31 le donne). Con un incremento di oltre il 33% rispetto all’anno precedente. L’aumento dei traumi in monopattino invece è stato documentato da uno studio epidemiologico condotto tra maggio e novembre del 2021dal Centro specialistico traumatologico Ortopedico dell’Azienda socio sanitaria territoriale Gaetano Pini di Milano. Nel periodo considerato, dei quasi duemila incidenti collegati a mezzi a due ruote, ben il 14,3% (280 pazienti) ha visto il coinvolgimento di monopattini.

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Traumi in monopattino: gomito e testa a rischio

«La frattura molto frequente nei traumi da monopattino è la frattura bilaterale del gomito. Che testimonia la violenza dell’impatto a terra per l’arto superiore» ha spiegato Pietro Randelli, coordinatore dello studio. Per difendersi, in modo istintivo, il monopattinista cerca di appoggiare le mani. Ma non ci riesce e usa i gomiti. «Si verifica una caduta a catapulta, per cui chi è sul monopattino viene sbalzato in avanti. L’incidente richiede spesso l’ingessatura di entrambe gli arti superiori per un periodo anche di 40 giorni». Se non addirittura la necessità di un intervento chirurgico.

In caso di caduta, tuttavia, si rischia anche la frattura del cranio. Ad oggi l’obbligo del casco è infatti previsto solo per chi ha meno di 18 anni. Mentre secondo Andrea Costanzo, presidente della Società italiana di traumatologia della strada (Socitras), sarebbe necessario implementare le politiche di sicurezza. Ad esempio con l’introduzione dell’obbligo del casco per tutti, delle luci, un’ulteriore riduzione del limite di velocità e l’introduzione di limiti di età.

Prevenire gli incidenti: casco, luci e limiti di età

«Sul piano della prevenzione servono casco e luci», sostiene Costanzo. «Il casco è fondamentale per salvare la vita. E lo abbiamo imparato con il tempo, dopo l’introduzione dell’obbligatorietà per i motociclisti. Le luci servono per rendere riconoscibile e visibile la sagoma del monopattinista e vanno posizionate sia nella parte anteriore che in quella posteriore del mezzo, ai lati del manubrio. Serve, inoltre, un giubbotto catarifrangente da indossare dopo il tramonto». Per la Socitras sarebbe opportuno anche intervenire per stabilire un limite d’età. «Minimo 16 anni e massimo 60 per l’uso dei monopattini. In modo da avere monopattinisti responsabili, in grado di riuscire a tenere la posizione di equilibrio, con un piede davanti all’altro», conclude Costanzo.

Prevenire gli incidenti: rispettare il codice della strada

L’utilizzo corretto da parte del guidatore, sia in termini di equilibrio che di codice della strada, è in effetti un altro problema spesso sollevato quando si discute dei monopattini. Spesso, ha ricordato infatti Roberto Sapia, segretario generale della Socitras, «si procede contromano, si attraversa in barba al rosso del semaforo, si superano i limiti di velocità e si arriva persino a percorrere le autostrade. Credo che non si abbia ancora la percezione che il monopattino non è più un gioco, ma è entrato a far parte dei mezzi di trasporto urbano». Importante è anche il tema del parcheggio del mezzo, di frequente abbandonato in mezzo ai marciapiedi. In questo caso il rischio di incidente e caduta è tra i pedoni. Soprattutto se ipovedenti o ciechi, che potrebbero accorgersi troppo tardi dell’ostacolo o non intercettarlo affatto.

La campagna contro il parcheggio selvaggio dei monopattini

Proprio per sensibilizzare sul parcheggio corretto dei monopattini a Milano è stata lanciata una campagna in collaborazione tra l’azienda di monopattini elettrici Bird e l’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti. Un’iniziativa che unisce micro mobilità e diritti con l’obiettivo di diffondere una cultura di maggior rispetto di tutte le persone. «Riteniamo che la micro mobilità possa effettivamente rappresentare una soluzione intelligente e ecologica. Quindi certamente da favorire, per gli spostamenti nelle grandi metropoli» ha dichiarato dichiara Alberto Piovani, presidente della sezione Uici di Milano.

«Ma siamo altrettanto certi che un uso distratto di questi veicoli oggi rappresenti per i disabili visivi un reale pericolo. Con questa campagna di sensibilizzazione speriamo di stimolare la riflessione e quei comportamenti virtuosi negli utenti affinché, in particolare al termine del loro utilizzo, i monopattini vengano posizionati negli appositi stalli. Oppure in spazi che non possano arrecare danno a chi non li può vedere».

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