La vulvodinia è una condizione nella quale la donna percepisce bruciore e fastidio nella zona vulvare, e ha difficoltà nei rapporti sessuali. È ancora poco conosciuta e spesso la diagnosi arriva tardi, dopo qualche anno.
Perché le donne fanno fatica ad avere una diagnosi di vulvodinia?
«In realtà non è difficile diagnosticarla – spiega Filippo Murina, responsabile del servizio di patologia del tratto genitale inferiore dell’ospedale Buzzi di Milano e direttore scientifico dell’Associazione Italiana Vulvodinia – ma purtroppo è una patologia poco conosciuta. Una visita ginecologica ben condotta e un esame che permette di verificare l’ipersensibilità dell’ingresso della vagina, che si chiama vestibolo vaginale, è sufficiente per diagnosticare la vulvodinia. Pochi medici, però, la conoscono e il ritardo diagnostico è dovuto a questa mancanza».
Si può curare?
«Si può curare in modo efficace, purché venga riconosciuta tempestivamente e vengano messe in atto quelle procedure terapeutiche che permettono in modo coordinato e multi-modale di affrontare la malattia in maniera adeguata».
A che sintomi devono fare attenzione le donne per non ritrovarsi in una situazione in cui la malattia è progredita eccessivamente?
«È fondamentale capire che, nel momento in cui sente dolore, bruciore vulvare e difficoltà nei rapporti sessuali da almeno 3 mesi in assenza di altre malattie, il male può essere legato a questa patologia. Diagnosticarla tempestivamente permette di affrontarla in maniera efficace e veloce» conclude Murina (puoi chiedergli un consulto qui).
In questo video sono riassunti i sintomi e le sensazioni così come descritti dalle donne che soffrono di questa patologia.
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